Roma

Tutto sul sublime: dalla mostra al convegno

Marzia Paolucci

L’arte di suscitare il sublime è una dote innata o si può apprendere? Se lo chiedeva Dionigi Longino, retore romano del I secolo d. C. nel trattato Del sublime, un testo e soprattutto una categoria estetica e filosofica a cui è dedicata la bella manifestazione a ingresso gratuito in scena dal pomeriggio di domani a sabato 30 a Villa Maraini in via Ludovisi, sede dell’Istituto svizzero di Roma. Una quattro giorni di convegni a tema ma anche di musica, immagini, poesia e recitazione organizzata dall’istituto svizzero e dall’università Cattolica di Milano in collaborazione con la Società italiana di estetica e l’Istituto italiano degli studi filosofici. In nome di questo concetto alto e impalpabile, più di 20 relatori tra i massimi esperti in campo internazionale, si riuniscono per parlare di sublime dalla sua dimensione strettamente filosofica a quella artistica, teologica e psicoanalitica. Sublime antico, Sublime e musica, Sublime nelle arti visive e Sublime e psicanalisi, i titoli scelti per le diverse sezioni della manifestazione ideata a più mani dalla filologa classica Elisabetta Matelli della Cattolica di Milano con Christoph Riedweg e Domenico Lucchini dell’Istituto svizzero. Per chi voglia quindi lasciarsi affascinare da quell’«eco di un alto sentire capace di travolgere l’animo e precipitarlo in una sorta di vertigine», come raccontava Longino, l’invito è a sublimare la curiosità in una ricca occasione di confronto tra oratoria e arti sceniche. Tra le relazioni da non perdere quella in francese di Baldine Saint Girons docente di estetica all’Università Nanterre di Parigi, «L’arte è il sublime e non può essere che questo», «Il Sublime, oggi?» domanda a cui proverà a rispondere Glenn W. Most docente di filologia greca della Normale di Pisa e «La mistica e il sublime» trattata con l’impronta della lectio divina da Georges Marie Martin Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia.

E ad animare le serate, danza contemporanea, musica, letture recitate di poesia e la fotografia di Jean Pascal Imsand artista svizzero che inaugura la sua mostra con lo scatto simbolo dell’evento: il vortice minaccioso e sublime del mare.

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