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La dipendenza, la notte brava, il reality: Achille Costacurta ne combina una dopo l'altra, ecco cosa dice la psicologa

Achille Costacurta è di nuovo sotto i riflettori per una "bravata". Notte folle che gli è valsa una denuncia da parte della polizia locale per aver aggredito con un pugno un vigile urbano. Nella notte un post di scuse su Instagram. Il giovane aveva da poco denunciato di essere vittima di una dipendenza. Cosa ne pensa la psicologa?

La dipendenza, la notte brava, il reality: Achille Costacurta ne combina una dopo l'altra, ecco cosa dice la psicologa

Una storia che sembra essere diventata un reality nel reality, quella di Achille Costacurta, che ha acceso una serie di interrogativi sulla società in cui viviamo: le relazioni, il rapporto madre-figlio, la situazione in cui vivono oggi gli adolescenti. La dinamica dello show a cui i due hanno partecipato sembra essere ormai solo uno sfondo, sovrastata da quanto accade ad uno dei suoi protagonisti. Dopo aver parlato della propria dipendenza da social, ed aver fatto immaginare una "redenzione" per quanto riguarda il suo stile di vita, Achille Costacurta è tornato a farl parlare di sè, e purtroppo non sono buone notizie quelle che arrivano. Solo due giorni fa nella notte avrebbe sorpreso con un pugno, apparentemente senza motivo, un vigile urbano, rimediando una denuncia per aggressione.

Sebbene nella notte appena trascorsa, dal suo profilo Instagram siano arrivate le scuse, proviamo a capire meglio cosa accade al "baby" Costacurta e se quello che vediamo attraverso di lui non sia in parte quello che accade ai suoi coetanei in questo momento storico. Ultimi eliminati dall’avventura di Pechino Express, Martina Colombari e Achille Costacurta hanno portato alla luce un racconto di due generazioni, oltre che di madre e figlio.

La prima ha svelato di essere stata “distratta”, dopo circa due anni di relazione con Alessandro Costacurta con cui è sposata 26 anni. Il tradimento, qui, viene portato come parte di un percorso di coppia, superabile, ed è uno dei primi argomenti post reality affrontato dall'ex Miss Italia. Ancor più clamore, però, hanno fatto le dichiarazioni del figlio di Colombari e Costacurta, Achille. Il giovane ha infatti dichiarato di aver avuto una dipendenza dai social; quale è, perciò, il dato importante da analizzare in tutto questo? Finalmente un reality ci aiuta ad approfondire quanto accade oggi nella nostra società.

Nello specifico caso, se da una parte questa esperienza ha messo a dura prova la coppia mamma-figlio, dall’altra sembrava aver sbloccato la dipendenza di cui era finito per essere vittima il giovane di casa Costacurta. Torniamo a chiedere aiuto alla psicologa e psicoterapeuta, la dottoressa Katia Amorese, per capire di che cosa è vittima Achille Costacurta e quanto questa "malattia" di alienazione causata dai social influisca in un comportamento disfunzionale all'interno della società, portando a situazioni limite, come quella della scorsa notte. Ma soprattutto questa riflessione ci aiuta a capire cosa rischiano i tanti giovani come lui, che però non possono partire per un viaggio intorno al mondo con la madre...

Prima ancora di rendersi protagonista di questa nuova "bravata" nella notte milanese Achille Costacurta ha parlato di una "dipendenza da social", può aiutarci a capire megli di cosa si tratta?

Trattasi di una vera e propria epidemia. La dipendenza da social media rientra all’interno della dipendenza da Internet, meglio conosciuta con il nome originale inglese di Internet Addiction Disorder (IAD). Si tratta di un utilizzo di dispositivi in cui stare online è continuo e costante; alla base di questo ci sono meccanismi psicologici e neurologici legati ai centri del piacere, della soddisfazione, dell’affettività. Il bisogno irresistibile di connettersi è un fenomeno sempre più diffuso, che la pandemia ha ulteriormente rafforzato. Gli studi più recenti individuano nei giovani tra 12 e 25 anni la fascia d’età che più vulnerabile e più predisposta a soffrire di disturbi e disagi dovuti all’uso eccessivo di internet e dei social network.

Esiste una differenza tra la dipendenza da schermo (e videogames) rispetto a quella da social?

Entrambe queste dipendenze, da giochi online e social, condividono diversi elementi con la dipendenza da sostanze (alcol, droghe, ecc): le variazioni nei circuiti neurotrasmettitoriali (alterazione del sistema dopaminergico) e le alterazioni comportamentali (controllo degli impulsi, inibizione, controllo cognitivo).

Quanti casi come questo vede in media nel suo studio?

Purtroppo è sempre più significativo il numero di famiglie che chiede aiuto per un figlio che vive una dipendenza da social e videogiochi. Nelle forme più gravi il giovane è chiuso nella propria stanza, nella quale soprattutto si naviga e si gioca su internet, che diventa l’unico mezzo di contatto con il mondo esterno. Proprio lo scorso venerdì ho ascoltato la storia dell’ennesima madre preoccupata per l'infelicità del figlio: un ragazzino di 13 anni che si è chiuso in sè stesso, nella sua camera e dietro lo schermo di un computer. Sempre più spesso ricevo richieste di aiuto per ragazzi che fuggono così da una società che non riconoscono. Da una vita che non sembra offrirgli altri che precarietà, ansia e paura. M. (il figlio della sua paziente, ndr) vorrebbe trascinare via dai suoi demoni il figlio. É una sfida difficile, ma non impossibile. Il mio lavoro è perlopiù dedicato e rivolto ai genitori e al supporto alla genitorialita’. La famiglia e lo stile educativo possono fare la differenza sia a livello di prevenzione che nell’affrontare l’iniziale sintomatologia legata all’insofferenza verso la socialità e in alcuni casi, la vera e propria dipendenza

Quali sono le conseguenze di una dipendenza di questo genere non diagnosticata o trascurata?

Le conseguenze della dipendenza da internet possono variare: osserviamo clinicamente effetti di lieve entità, fino a effetti più seri e gravosi. Frequentemente possiamo riscontrare apatia, perdita d’interesse per le attività quotidiane come: andare a scuola o al lavoro, frequentare gli amici o praticare sport, stanchezza, difficoltà ad alzarsi dal letto; riscontriamo soprattutto irascibilità, nervosismo, ansia, sintomi depressivi.

Un genitore, in questi casi, cosa deve notare e cosa dovrebbe fare per limitare i danni e correre ai ripari?

Gli strumenti che ci consentono oggi di essere online sono diversi e sono entrati ormai da anni a far parte dell’uso comune delle persone. Non bisogna necessariamente demonizzare la tecnologia che per molti aspetti della quotidianità, diciamolo, ci ha semplificato la vita. I primi e importanti sintomi della dipendenza da internet ai quali bisogna porre attenzione sono prima di tutto il bisogno di trascorrere in rete tante ore e sentire la necessità di connettersi sempre più spesso e con maggiore frequenza. Agitazione ed irascibilità nel caso in cui non si riesca a connettere e l’incapacità o la difficoltà di interrompere l’utilizzo di internet, nonostante la consapevolezza di aver sviluppato difficoltà relazionali e sociali. La sera, quando i dispositivi dei nostri figli dovrebbero essere spenti, registriamo invece un diffuso bisogno fra i giovani di usarli, fino anche a tutta la notte nei casi più gravi.

Esiste una vera e propria terapia in questi casi?

Certo. Sebbene la miglior cura resti la prevenzione.

Le indicazioni sul trattamento di questi giovani pazienti fanno riferimento alle linee guida offerte dalla psicoterapia evolutiva, secondo cui risulta indispensabile attivare un lavoro terapeutico integrato, che coinvolga il contesto di crescita (genitori, famiglia, scuola ecc).

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