Durante l’ultima puntata di Dritto e Rovescio, il programma di approfondimento politico condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4 ogni giovedì sera, si parla di criminalità, spaccio e l’ultimo fenomeno delle baby gang. In studio si scontrano due visioni opposte della questione. Da un lato il pugno duro dell’esponente di Fratelli d’Italia, Marco Lisei. Dall’altra, sul versante opposto, le misure meno stringenti dell’attivista Tommaso Cacciari.
"I ragazzi delle baby gang di Venezia sono venezianissimi con la cittadinanza italiana!", sostiene l’attivista senza timore di smentita. Una frase che, alla lettera potrebbe essere anche giusta, ma che fa gelare lo studio. Da qui la replica della maggioranza che, per voce di Lisei, risponde a tono: "Quando ci si mette in gruppo per commettere reati si tratta di associazione a delinquere". Il riferimento è ad un aumento delle pene per chi commette reati di questo tipo.
Niente da fare. Il monologo dell’attivista di sinistra colpisce anche direttamente l’operato del governo. "Noi abbiamo una politica sulla cittadinanza non decente: a un bambino che nasce in questo Paese e che poi fa le scuole in questo Paese e lavora in questo Paese non viene riconosciuta la cittadinanza italiana fino ai 18 anni!", chiosa Cacciari, prendendo in causa sia la presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni sia i ministri che hanno avallato questa politica ferrea in materia di cittadinanza. Intanto, con le baby gang in collegamento, Cacciari propone un nuovo metodo.
"Abbiamo aperto una palestra di pugilato e una libreria per cercare di indirizzare i ragazzi senza valori per cambiare le cose assieme!", conclude riferendosi ad un progetto distante dagli obiettivi dell’esecutivo.