Chi è Antonio Paolino, cuoco di "È sempre mezzogiorno"

Dai fornelli nel programma della Clerici su RaiUno alle prime note da solista: Antonio Paolino si racconta al Giornale

Chi è Antonio Paolino, cuoco di "È sempre mezzogiorno"
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Sorriso contagioso e piatti creativi sono indubbiamente i tratti distintivi che lo “chef-canterino” Antonio Paolino porta nelle cucine di “È Sempre Mezzogiorno”, il programma di successo condotto da Antonella Clerici su Rai1. Nel raccontarsi, Antonio Paolino non dimentica le sue radici. «Non sono un amante della cucina stellata, troppo costruita. Io cerco ancora le trattorie dove c’è la nonna ai fornelli. Il vero Home-made in Italy». Chi lo segue durante le sue lezioni di cucina, sui social, durante gli show-cooking in tv e non, sa che, tra una ricetta e l’altra, non disdegna qualche strofa cantata. Ma la novità e che, proprio in questi giorni è uscita la sua prima canzone dal titolo: “Tu mi fai pazzià”, scritta da Dimitri Tollini, con musica di Andrea Casamento e arrangiata da Ivan Russo. Noi lo abbiamo intervistato per scoprire cosa bolle in pentola… e cosa vibra nelle sue cuffie.

Cucina e musica: due mondi che sembrano distanti. Per lei quanto si somigliano?

«Tantissimo. Sembrano diversi, ma per me sono sempre stati paralleli. Fin da piccolo, cucinavo con la radio accesa o cantando a squarciagola. A cinque anni mi chiudevo in camera a cantare per sfogarmi, a sei già spadellavo. Sono cresciuto così, con queste due passioni che viaggiavano insieme».

Cantare in cucina è per lei un rilassamento o un segno distintivo del suo stile?

È iniziato come un rifugio. Ho perso mio padre a cinque anni e la musica è stata un modo per ritrovare serenità. Poi è diventata parte di me, un linguaggio attraverso cui esprimermi. Oggi, cantare mentre cucino è naturale è un po’.. la mia firma. Fa parte del mio stile, sì, ma prima ancora è una forma di libertà».

Parliamo del suo singolo: com’è nata “Tu mi fai pazzià”?

«Per gioco, come le cose più belle. Ero in studio col maestro Andrea Casamento, che mi ha detto: “Senti questo motivetto, che ne pensi?”. Era fresco, leggero, orecchiabile. Da lì, con il testo scritto da Dimitri Tollini e l’arrangiamento di Ivan Russo — che ha inserito anche la fisarmonica, strumento che suonava mio padre — è nata una canzone che parla di leggerezza, di voglia di vivere, ma anche di alti e bassi, come nella vita e nei sentimenti. C’è dentro molto di me».

Se dovesse abbinarla a un piatto e a un vino?

«La mia cucina è sinonimo di spontaneità…Un primo di pasta improvvisato, fresco, estivo. Magari con pesce, pomodorini ed erbe aromatiche. Il vino? Un bianco leggero, profumato, come la melodia della canzone».

Ha una playlist da cucina? Che musica ascolta mentre prepara i suoi piatti?

«Certo! Musica leggera italiana, ma soprattutto classica napoletana. Sono innamorato di brani come ’O Sole Mio, Reginella, I' te vurria vasà. Tra i cantautori metto sul podio Mauro Bruni, che per me è pura poesia. Le sue canzoni sono melodie che mi trasmettono emozioni vere mentre cucino».

Le piacerebbe fare uno spettacolo dove cucina e canta dal vivo?

«Sì, effettivamente è un sogno che sto cercando di realizzare. Amo intrattenere le persone, unire la cucina al canto è il massimo per me. Già in alcuni show-cooking mi capita di cantare alla fine. E il pubblico lo apprezza tantissimo».

Con quale artista improvviserebbe un duetto in ambito musicale e culinario?

«Mi incuriosisce molto Carlo Cracco. Lo trovo austero, e mi piacerebbe vederlo più sciolto, magari mentre canta con me. In cucina… mi accontento anche di una nonna che ancora impasta a mano: per me è quello il vero talento».

Si definisce chef o cuoco?

«Io sono un cuoco, senza dubbio. Lo chef oggi è una figura un po’ patinata, è quasi più manager... Non ho l’impostazione, né la voglia, di essere uno chef da copertina. Amo la cucina vera, fatta di manualità, racconto e passione. Per me, i veri maestri sono ancora le nonne che cucinano nei ristoranti di paese. È lì che si tramandano i valori».

Dolce o salato?

«Il dolce è tanta roba… ».

C’è qualcuno che desidera ringraziare per il suo percorso professionale?

«La squadra di È sempre mezzogiorno, senza dubbio. Grazie a loro ho tirato fuori un lato di me che non conoscevo. Venivo da ambienti molto formali — sono stato docente alla scuola di cucina Étoile per anni — il format del mezzogiorno di Raiuno condotto da Antonella Clarici mi ha permesso di liberarmi, di esprimermi con leggerezza, cosa che mi mancava».

Nel raccontarsi, Antonio Paolino rivela anche il suo lato più profondo: «Non ho avuto un’infanzia semplice, e porto con me un fardello. Ma ho sempre scelto di mostrare il mio lato allegro, perché credo che le persone abbiano bisogno di leggerezza.

La musica mi ha aiutato a restare in equilibrio, la cucina a costruire il mio futuro, ho portato il mio cuore in cucina e ora lo porto anche sulla scena musicale» . Con “Tu mi fai pazzià”, ci invita a cantare, ballare e — perché no — preparare un piatto con il sorriso. La sua è una ricetta semplice ma autentica: passione, emozione e tanta voglia di condividere.

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