Grandi ascolti ma attenti al trucco dello share

Certo, questa edizione del Festival è un successo innegabile di pubblico. Ma c'è un però

Grandi ascolti ma attenti al trucco dello share

Certo, questa edizione del Festival è un successo innegabile di pubblico. Gli spettatori, di qualsiasi età apprezzano. E giustamente Amadeus e la Rai festeggiano. Però, anche quando va tutto bene, forse non è il caso di esagerare e di fare paragoni impropri con gli anni precedenti. La questione è questa: com'è possibile che lo share (cioè la percentuale di ascolto sulla platea totale che guarda la tv) schizzi così in alto quando il numero degli spettatori diminuisce? La prima serata ha raggiunto il 62,4 per cento di share con 10.757.000 spettatori: 154.000 spettatori in meno dello scorso anno quando il debutto aveva realizzato il 54,7 per cento. Divario ancora più forte si evidenzia nella seconda serata che ha perso 775.000 spettatori rispetto alla stessa serata 2022, ma con uno share che è arrivato ben il 62,3 per cento. Questo scarto è dovuto prevalentemente al fatto che le serate quest'anno sono lunghissime (ancor più del 2022), quindi gli spettatori vanno a dormine e si abbassa la media delle persone che guardano il Festival. Però c'è anche un'altra questione. L'Auditel, la società di rilevazione degli ascolti, quest'anno ha cambiato il metodo di calcolo. Detta in maniera semplice, dalla platea complessiva è stato scorporato il dato delle tv non riconosciute, denominate altre tv.

Insomma: usando il vecchio sistema Auditel lo share delle prime due serate sarebbe stato diverso e probabilmente più basso. Dunque non si possono fare paragoni con gli anni passati, dichiarando «che si tratta del migliore ascolto dal 1995», come fatto dai vertici Rai. Grandi ascolti si, ma diciamola tutta.

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