"L' informazione pura esiste". Chi è Marzia Roncacci, volto del Tg2

La giornalista si racconta al Giornale tra giornalismo, identità femminile e futuro dei media

"L' informazione pura esiste". Chi è Marzia Roncacci, volto del Tg2

Nello spazio rigoroso ma ancora profondamente umano della redazione del TG2, Marzia Roncacci si muove con la sicurezza di chi ha imparato a riconoscere ogni sfumatura del mestiere. Giornalista professionista, conduce TG2 Italia Europa su Rai2 e Raiplay dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11. Il programma riesce – nonostante il ritmo incalzante della contemporaneità – a ritagliarsi un tempo per la riflessione, per l’approfondimento e per l’attenzione al telespettatore. “Il rispetto per il telespettatore si traduce soprattutto nel dare informazione pura, senza enfasi e senza spettacolarizzare”, afferma Roncacci.

L’abbiamo incontrata al termine di una diretta per parlare di giornalismo, di identità femminile, di futuro dei media, di progetti e anche del suo libro dal titolo (volutamente) provocatorio: “L’invidia del pene” edito da Frascati & Serradifalco".

Cosa significa oggi fare informazione in un programma come TG2 Italia ed Europa? C’è spazio per l’approfondimento in un mondo dominato dalla velocità?

“Sì, c’è spazio, eccome se c’è. TG2 Italia e TG2 Europa sono programmi di servizio pubblico, fatti da giornalisti veri. La nostra è informazione pura – e con questo intendo un’informazione senza orpelli, non spettacolarizzata, rispettosa del telespettatore. Avendo un’ora a disposizione, abbiamo anche il tempo per spiegare cosa c’è dietro una notizia, che si tratti della guerra o di un evento sociale complesso. L’approfondimento è possibile, se lo vuoi fare davvero. E noi lo facciamo”

Oggi, per molti, le fonti sono i social. Che problema rappresentano per l’informazione?

"Un problema serio. Le fake news proliferano ovunque e con l’avvento dell’intelligenza artificiale il rischio è ancora maggiore: oggi puoi far dire a una persona qualsiasi cosa, anche se non l’ha mai detta. Le fonti sono fondamentali. Il fatto che persino i politici comunichino ormai solo tramite social non deve farci dimenticare che una conferenza stampa, per quanto meno di moda, è sempre più affidabile di un post su Instagram".

Come è nato il tuo amore per il giornalismo?

"Dalla curiosità. Ho sempre avuto la voglia di capire l’altro, soprattutto chi non ha voce. Ho cominciato da giovanissima con i giornalini di quartiere, poi Il Messaggero Lazio, la radio, la tv, le interviste ai grandi... Ho intervistato Maurizio Costanzo, Fiorello, Paola Barale, Gassman, Pavarotti. Poi Radio Dimensione Suono che per me rappresentava un sogno e dove mi chiamó il direttore per chiedermi di recarmi a Norcia durante il terremoto: all'inizio pensai che si trattasse di uno scherzo, poi lasciai il carrello al supermercato dove mi trovavo e partii. Da lì alla RAI: Michele Santoro, poi il TG2, dove sono da oltre 20 anni".

C’è ancora una sfida per le giornaliste donne in Italia?

"Sì, c’è ancora. Le giornaliste sono tante e bravissime, ma nelle stanze dei bottoni ci sono ancora molti uomini. Io ho sempre voluto essere vista come professionista, non come donna. Ma è una fatica. Io non ho mai avuto aiuti o scorciatoie: non avevo parenti giornalisti, non ho scheletri nell’armadio. Ho fatto tutto da sola, passo dopo passo. Il mio percorso me lo sono sudato. Per questo oggi mi sento una donna risolta".

Il titolo del tuo libro è provocatorio ("L'invidia del pene" che si riallaccia ad una famosa teoria di Freud ndr). Cosa significa davvero?

"Significa che spesso, per essere credibili, le donne si mascolinizzano. È successo anche a me: quando arrivai al TG2 e mi misero alla politica, usavo un linguaggio più maschile, mi legavo i capelli, indossavo solo pantaloni. Un errore, per fortuna durato poco. Detto questo non ho mai voluto essere un uomo e sono felicissima di essere donna.

Quindi è una critica, una rivisitazione o un’estensione?

Diciamo un’estensione; perché il titolo, che fa riferimento a Freud è soltanto uno spunto. Da lì parte una fotografia del nostro Paese dal punto di vista storico e sociale e non è solo autobiografico ma un viaggio nella storia d’Italia dagli anni ’60 a oggi, attraverso diritti civili, lotte femministe, ma anche costume e società. È un manifesto per le nuove generazioni. E non è solo per le donne: è per tutti! Uomini inclusi".

Vedi un cambiamento reale nei media?

"Qualcosa è cambiato, ma non abbastanza. Le nuove generazioni sentono meno la disparità, ma certi ruoli restano ancora troppo maschili. Credo che oggi a doversi emancipare non siano solo le donne, ma anche gli uomini. Serve un’educazione più profonda, che cominci dalle famiglie".

Cosa ti ha lasciato l'esperienza di qualche anno fa a Ballando con le Stelle?

"Un turbinio di emozioni. Mi sono messa in gioco come mai prima. Su quella pista non ero la giornalista di TG2, ero semplicemente Marzia. E lì ti senti nuda, vulnerabile. È stata un’esperienza potente, indimenticabile. Ringrazio davvero Milly Carlucci per avermi voluta tra le concorrenti".

Sei abituata a farle tu le domande e se io ti chiedessi se c'è una domanda che non ti fanno mai?

"Si .,.Se sono felice. O se ho lasciato qualcosa indietro".

E la tua risposta?

"Sì, sono felice. Ho un figlio che ho avuto a 21 anni cresciuto con amore, una famiglia che mi ha insegnato il valore del lavoro e del rispetto. Sono diventata nonna. Ho fatto tanta fatica, ma oggi quella fatica è la mia forza".

Credi ancora nell' amore?

"E sì, ci credo ancora nell’amore. Ma senza troppi sogni da abito bianco".

Progetti futuri?

" Continuerò a guidare TG2 Italia Europa. Torniamo in onda dopo la pausa estiva dal 15 settembre, ogni mattina dalle 10 alle 11.

È un progetto in cui credo molto, un piccolo orgoglio quotidiano che, dopo 13 anni, mi dà ancora tanta soddisfazione. Ringrazio la mia redazione e il direttore Antonio Preziosi per la fiducia: è un lavoro di squadra che funziona ".

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