
Il “Signor No” di Rischiatutto è morto. Ludovico Peregrini "si è spento all'età di 82 anni, in Bretagna, circondato da tutti i suoi cari", rivelano all'Ansa la moglie Nicou e le figlie Sofia e Anna.
"A tutti noto come il 'Signor No' è rimasto fino all'ultimo pieno di curiosità, leggerezza e disponibilità a tutto e a tutti", confidano i familiari che concludono: "La sua più grande gioia, oltre alla famiglia, è di aver potuto con i suoi programmi tenere compagnia a tanta gente". Nato a Como nel 1943, Peregrini era milanese d’adozione, viveva in una casa a due passi da Sant’Ambrogio. Laureato in Lettere alla Cattolica di Milano, entra in Rai lavorando con Pippo Baudo a Settevoci fino al 1970 quando inizia la collaborazione con Mike Bongiorno per Rischiatutto che durerà più di quarant'anni. Grazie a lui, la trasmissione diventa un fenomeno televisivo che appassionava oltre venticinque milioni di italiani. Tanti i concorrenti che sono diventati delle vere e proprie icone: da Massimo Inardi alla signora Longari, Peregrini vigilava sull'applicazione del regolamento del quiz, negando qualsiasi richiesta di deroga che provenisse da Mike Bongiorno. E proprio questi dinieghi sono l'origine del soprannome di “Signor No” con cui era conosciuto al grande pubblico.
In seguito, Peregrini ha collaborato anche a programmi come Scommettiamo?, Flash, La ruota della fortuna, Bravo bravissimo, Chi vuol essere milionario con Gerry Scotti, ma nel 1997 Mike Bongiorno l'ha voluto di nuovo con sé per il Festival di Sanremo. "Signor No" è stato anche autore di canzoni per Mino Reitano, Toto Cutugno, Mina, ma anche voce del quiz di Mike Bongiorno Bis e di Telemike. Nel 2016 affianco Fabio Fazio nel nuovo Rischiatutto. “Non facciamo il Rischiatutto – diceva – giochiamo al Rischiatutto”. Peregrini fu tra coloro che accompagnarono il feretro di Mike Bongiorno all'uscita del Duomo di Milano nel 2009.
Fabio Fazio, interpellato dall'Ansa, lo ricorda così: "Ludovico era una persona molto speciale: ho avuto la fortuna di stabilire con lui una grande sintonia, fatta di stima reciproca e di sincero affetto. La sua scomparsa è una notizia veramente brutta". E ancora: "Aveva colto la mia passione autentica per quella trasmissione, tra l'altro andata divinamente: ne facemmo una copia anastatica, una ricostruzione filologica, lavorandoci un anno e mezzo. Quando entrò in studio la prima volta mi disse: 'sono scioccato, mi sembra davvero di essere tornato lì, è tutto uguale'. Con un'unica eccezione: quel programma, che tutti ricordiamo in bianco e nero, era fatto con veri colori.
Avevo studiato i manoscritti di Mike Bongiorno e Peregrini era la fonte autentica che ci aiutava a interpretare tutto. Fare le domande con colui che le aveva sempre fatte per me era inebriante. E poi, con lui che aveva una straordinaria passione per i giochi, ne avevamo inventato uno che funzionava, con i provini dei concorrenti".