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Vittorio Vaccaro e la cucina come una palestra di vita

L’attore, conduttore e chef sarà premiato con il Peschereccio d’oro a Mazara del Vallo per la creatività ai fornelli in tv

Vittorio Vaccaro e la cucina come una palestra di vita

La passione, in certe persone, si vede subito dagli occhi. C'è la smania di raccontarsi, di trovare un contatto, di mostrare quello di cui si è capaci. É questa la passione che brucia dentro Vittorio Vaccaro, artista eclettico, che alle sue capacità di attore, conduttore, regista ha aggiunto l’abilità da chef. E proprio questa passione, unita alla creatività, lo ha portato a vincere il premio nazionale Peschereccio d’oro. Il riconoscimento “Cucina Tv” gli sarà assegnato il prossimo 28 maggio a Mazara del Vallo, nella sua Sicilia.

Un premio per la sua cucina, la prima cosa che le viene in mente e a chi lo dedica?

“Lo dedico a Luna, la mia compagna (Berlusconi, ndr), perché è stato il suo intuito a farmi prendere una strada diversa da quella fatta fin d’ora e a spingermi sulla gastronomia. Mi ha fatto capire, con pazienza, che talvolta le cose possono cambiare e occorre inseguire i cambiamenti e mi ha aiutato a vedere tutto con più distacco: non riuscivo a fare da solo, perché emotivamente coinvolto. Poi alla fine dopo tanta fatica e lavoro, arriva una notizia di un premio che condensa tutto quello che c’è stato prima. Un premio inaspettato che mi fa pensare che è tutto vero”.

A questa gioia si aggiunge la gioia di ritirarlo nella sua terra?

“La soddisfazione di ritirarlo nella mia Sicilia – saremo all’hotel Visir Resort & Spa Campisi Group di Mazara del Vallo – è fortissima. Gli organizzatori del premio sono stati i primi che hanno creduto in loro stessi e la loro storia è molto simile a tanti noi del Sud, la stessa fatica, la passione, il coraggio di osare. Tra l’altro è un premio che già conoscevo, perché quando abitavo a Calascibetta, mi capitava di guardarlo in televisione”.

Cosa rappresenta la cucina per lei?

“La cucina è una palestra di vita e anche nei corsi di recitazione, i miei esempi partono sempre da lì, tra i fornelli. Oggi cucino e faccio la spesa, avendo come bagaglio la tradizione della mia terra, la cucina dei miei, con la creatività e la capacità di mettere insieme una cena improvvisata senza rinunciare al bello e al piacere del gusto. Sul profilo instagram, Vittovaccaro, inoltre, metto in pratica numerose ricette con un occhio all'estetica del piatto”.

Tornerà con il suo programma A casa cucina papà?

“Sì, dai primi di luglio, sempre su Food Network, con un format uguale ma integrato. Ci saranno più curiosità attorno alla mia storia e ai prodotti che utilizzo, ma soprattutto in alcune puntate saranno protagoniste le 'ragazze' della nostra famiglia allargata, Giulia, mia figlia, e Rebecca e Luce le figlie di Luna. Loro interagiranno con me, entreranno nel mio mondo con il loro mondo, nella nostra casa che si trasforma in set per il programma. Faremo un paio di procedimenti assieme, ma conoscendole e come tutte le ragazze che hanno poca pazienza, sono quasi sicuro che poi mi lasceranno da solo”.

Parliamo di comfort food. Quale è per lei un cibo amato, uno consolatorio e uno temuto?

“Temuto è il cibo di cui si sta parlando ora, la carne in laboratorio, gli insetti, soprattutto se leghiamo tutto all’economia. Mi conforta un piatto di pasta, anche di notte ci sta sempre. Quelli amati sono quelli che mi fanno tornare bambino e che mi riportano a casa. Ogni volta che torno in Sicilia dai miei genitori, non manca mai la 'pasta incaciata', una pasta molto ricca con uova, formaggio, pomodoro, olive, il broccoletto, il pangrattato. Mia madre ha l’obbligo di prepararla sempre”.

Un ingrediente che non manca mai nei suoi piatti e uno che non dovrebbe mai mancare nella vita?

“Non manca e non dovrebbe mai mancare l’amore. Io cucino soprattutto per gli altri, la famiglia, un amico. Anche se rientro tardi la sera, non sono mai stanco per preparare qualcosa di buono e sfizioso. Cucinare è un atto d’amore”.

Dall’arte dei fornelli a quella della musica. Un ricordo dei suoi inizi?

“La musica è un’eredità del mio paese, dove nonno e zio erano parte della banda. Volendo fare musica, mi proposero il flauto traverso che, a essere sincero, non mi piaceva per niente. A sette anni passai al clarinetto che studiai al conservatorio di Palermo fino a diciassette, senza però diplomarmi ribellandomi ad un’impostazione troppo classica che non mi apparteneva. La musica, però, non mi ha mai lasciato, era già nel mio bagaglio, nel mio modo di pensare, di ritrovarmi esattamente come la cucina. La voce invece l’ho scoperta in seguito vincendo un concorso canoro con Vivo per lei di Bocelli. Oggi ho un quintetto di musica 'revival', del quale sono il sax e la voce, un’altra delle mie grandi passioni che si coniuga perfettamente con il resto”.

Sarà in tour per i prossimi mesi?

“Faremo molte serate estive in giro per l’Italia. Il 10 e 28 luglio saremo a Lodi; il 12 agosto terremo un bellissimo concerto al Castello Sforzesco di Milano. E ancora Agazzano in Emilia Romagna e poi tante altre date in definizioni. Come sempre, rivisiteremo alcune delle più belle canzoni italiane tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, da Domenico Modugno a Ornella Vanoni”.

Tra televisione e spettacoli, avrà il tempo per un po’ di vacanza?

“Le vacanze in famiglia sono sacre. Stare insieme, mare, relax, cose buone da mangiare.

Quest’anno abbiamo scelto la Corsica ed è il nostro momento per stare tutti insieme, incluso Pepe, il nostro fantastico barboncino”.

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