Uccide il padre: «Era pericoloso e ci minacciava»

«Non vedrete più la luce del sole». Una minaccia che Francesco Celeste avrebbe rivolto contro la sua famiglia prima che il figlio Luigi, 22 anni, l’altra sera facesse fuoco contro di lui. Erano le 22 circa quando nella villetta in via Gigli a Milano, in zona Lorenteggio, il ragazzo ha rivolto una pistola Beretta calibro 7.65 contro il padre e ha fatto fuoco. Un intero caricatore, sette colpi, che hanno ucciso l’uomo, 51 anni di cui oltre venti passati in carcere per furti e rapine.
«Ero stufo di questa situazione familiare» ha raccontato senza mostrare pentimenti ai militari. «Dovevo difendere mia madre e la mia famiglia», ha spiegato Luigi, simpatizzante di estrema destra. In passato, il ragazzo aveva già scontato un anno e quattro mesi di carcere per un’aggressione a un gruppo dell’area antagonista. «Rapporti degradati.

Episodi di violenza più volte denunciati» raccontano i familiari. Due giorni fa l’uomo aveva preso a schiaffi la moglie. Ieri Luigi era stato di nuovo minacciato mentre con il fratello Alessandro, 29 anni, stava guardando la televisione.

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