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«Ucciso un cristiano: aveva offeso Maometto»

da Bagdad

«Abbiamo ucciso un cristiano di Mossul per aver offeso il nostro profeta Maometto». Lo ha annunciato ieri il Consiglio dei mujaheddin, gruppo che comprende anche l'organizzazione di al Qaida in Irak, con un comunicato diffuso in Internet. Il gruppo, la cui direzione militare è ancora nelle mani del giordano Abu Musab al Zarqawi, il braccio destro di Osama Bin Laden in Irak, sostiene che l'«eliminazione» del cristiano sarebbe avvenuta martedì scorso. «L'abbiamo eliminato - scrivono i terroristi - perché questo crociato impuro ha offeso il nostro nobile profeta Maometto. L'abbiamo ucciso nel quartiere al Tahrir che si trova nella parte occidentale di Mossul». Nel comunicato non si precisa quale sia il tipo di offesa di cui si è reso responsabile il cristiano.
Lunedì scorso un giornale arabo, Al Sharq al Awsat, aveva scritto che al Zarqawi avrebbe promesso ai capi della guerriglia sunnita irachena di porre fine alla pratica delle decapitazioni dei propri ostaggi.

Zarqawi, stando a voci non confermate, sta per essere estromesso (o forse lo è già stato) dalla guida della guerriglia e trasferito a un comando «politico»: il superterrorista verrebbe accusato dai suoi uomini di avere reso un pessimo servizio alla causa dei ribelli ricorrendo ai rapimenti e alla decapitazione dei prigionieri.

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