Ucraina, smacco per il presidente: no all'uso della bandiera URSS

Il filorusso Yanukovich aveva fatto approvare una legge che prevedeva l'obbligo di esporre la bandiera rossa con falce e martello nei giorni di festa nazionale: la Corte Suprema ha detto di no

L'utilizzo della bandiera rossa simbolo della Grande Guerra Patriottica (1941-1945) è contrario alla Costituzione. Lo ha stabilito oggi la Corte costituzionale ucraina ribaltando le decisioni recenti di capo di Stato e governo. Lo scorso maggio il presidente Victor Yanukovich aveva controfirmato la legge approvata dal Parlamento su iniziativa del Partito delle regioni che permetteva di affiancare allo stendardo gialloblù ucraino anche il vessillo sovietico. La polemica tra governo e opposizione, che ha accusato Yanukovich di voler fare propaganda comunista, era culminata il 9 maggio, anniversario della vittoria sul nazismo, con i violenti scontri a Leopoli tra estremisti nazionalisti e nostalgici dell'Urss.
La Corte costituzionale ha motivato la decisione sottolineando come la legge fondamentale ucraina non elenca che tra i simboli nazionali la vecchia bandiera rossa.

Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'indipendenza da Mosca (1991) l'Ucraina ha introdotto la classica bandiera con i colori tradizionali, l'azzurro cielo simbolo della pace e il giallo grano, simbolo appunto della prosperità che viene dalla terra. Durante il periodo sovietico la bandiera nazionale, adottata per la prima volta nel 1918, era stata bandita, sostituita da una in cui il giallo veniva rimpiazzato dal rosso corredato di falce e martello.

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