Ue contro l’Italia su Autostrade-Abertis Salta il tetto del 5%

Un emendamento cancella il limite per i soci costruttori. E il titolo guadagna il 3,3 %. Bruxelles però aspetta il via libera legale

Laura Verlicchi

da Milano

Tutto in un giorno: nel duello Autostrade-Abertis, affondo di Bruxelles e parata, un po’in ritardo, del governo. Al mattino, l’Antitrust Ue lancia la procedura formale che accusa l’Italia di aver violato il regolamento comunitario sulle fusioni: nel primo pomeriggio, arriva l’annuncio di un emendamento al decreto fiscale che cancella il tetto del 5% ai diritti di voto dei costruttori nelle concessionarie. Per gli analisti di mercato, la fusione è solo questione di tempo. La Borsa apprezza e il titolo Autostrade chiude in rialzo del 3,3 per cento.
L’emendamento interviene anche sulla questione cruciale, le tariffe: potranno essere adeguate annualmente, sia pure tenendo conto del traffico, della qualità e dell'efficienza dei concessionari. In pratica ritorna il meccanismo del «price cap» al posto del «profit cap», voluto dal ministro Di Pietro e ritenuto penalizzante da Autostrade, che vincolava l'aumento delle tariffe agli investimenti messi in atto da parte delle concessionarie private.
«Sono modifiche accettabili da tutti», ha detto il ministro, che però ha mantenuto fermo il punto chiave: «Resta valida - ha detto - la decisione del Consiglio di Stato secondo cui la concessione non transita automaticamente con la fusione al nuovo concessionario», ma deve essere autorizzata dai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture. E comunque, ha ribadito Di Pietro, Autostrade deve presentare una nuova domanda di trasferimento della concessione: «Adesso la certezza sul valore societario ce l’ha».
Il «caso Autostrade», dunque, è tutt’altro che chiuso. Al di là delle sprezzanti dichiarazioni di Di Pietro - «la Ue interviene fuori luogo e fuori tempo, non hanno neanche letto le carte» - resta soprattutto da vedere se l’emendamento che cancella il tetto del 5% sarà considerato sufficiente da Bruxelles per cancellare la «bocciatura» dell’Italia. In realtà, la questione interessa soprattutto il commissario al Mercato interno, McCreevy, che si è limitato a confermare l’intenzione di prendere una decisione entro due settimane, senza ulteriori commenti.
La procedura formale è stata invece aperta dall’Antitrust, così come ha fatto, sempre ieri, nei confronti della Spagna, che non ha ancora abolito le misure prese per bloccare l'Opa della tedesca E.On su Endesa. E il commissario Neelie Kroes ha già fatto sapere di aspettare da Roma «atti legali» che diano ufficialmente il via libera alla fusione Autostrade-Abertis. In particolare, lasciano perplessa Bruxelles le motivazioni dello stop presentato dai ministri Padoa-Schioppa e Di Pietro, nonchè dall’Anas, secondo cui la società post-fusione non sarebbe «in grado di realizzare propriamente gli investimenti richiesti per mantenere e migliorare la rete autostradale e di soddisfare i necessari standard qualitativi e di sicurezza».

Per Neelie Kroes «gli elementi giuridici e fattuali su cui si basano questi problemi non sono chiaramente identificati, che l'interesse pubblico che sarebbe leso non è chiaramente specificato e che tale interesse può essere adeguatamente protetto in base ai termini dell'esistente convenzione di concessione».

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