Da ieri la legge Bosman non condiziona più lo sport, e in particolare il calcio professionistico, come è stato per quasi 15 anni. La spallata è arrivata dallUnione Europea che, nella riunione di Lisbona, ha riconosciuto la specificità dello sport nel nuovo Trattato. Il provvedimento entrerà in vigore nella prima metà del 2009 dopo la stesura del regolamento che limiterà in campo sportivo la libera circolazione dei lavoratori e permetterà alle federazioni di contingentare il numero degli stranieri. In futuro, ad esempio, ogni squadra di calcio dovrà inserire nella lista presentata allarbitro almeno 5-6 giocatori nazionali o cresciuti nel settore giovanile. E così a scalare per volley e basket. È la vittoria delle organizzazioni internazionali del calcio (Fifa e Uefa) e di quanti ritengono fondamentale la difesa delle Nazionali nello sviluppo mondiale dello sport. In passato lUe, omologando lo sport professionistico a una qualsiasi professione, non aveva voluto saperne di inserire questa benedetta specificità nei precedenti Trattati. Si era fatto un passo avanti solo con la Dichiarazione di Nizza del 2000, rimasta però allo stato di intenti. Adesso larticolo 124 A ha finalmente reso giustizia a un settore abbracciato dai politici solo per farsi una gratuita pubblicità.
In settimana i ministri dello Sport si confronteranno a Lisbona su questo tema per preparare il testo definitivo del regolamento e preparare un piano dazione senza attendere lentrata in vigore del Trattato. Giovanna Melandri, il nostro ministro dello Sport, ha sottolineato: «Esistono finalmente i presupposti per separare in maniera chiara gli ambiti sportivi da quelli economici evitando il rischio che questi ultimi cannibalizzino i primi. È arrivato il momento di creare una politica europea dello sport anche a livello sociale ed educativo». Il presidente del Coni Petrucci, esprimendo la sua soddisfazione, ha ricordato come il nostro ente abbia anticipato in passato le linee guida del Trattato.
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