Ugento, esponente dell'Idv pugliese ucciso a coltellate

Giuseppe Basile era consigliere provinciale di Lecce e consigliere comunale di Ugento, in provincia di Lecce, aveva 61 anni. E'stato trovato nei pressi della sua abitazione, per strada, da alcuni vicini che rincasavano: "Peppino mi ha chiesto aiuto...". Di Pietro: "Sgomento"

Ugento, esponente dell'Idv pugliese 
ucciso a coltellate

Ugento (Lecce) - Era quasi certamente atteso sotto casa Giuseppe Basile, consigliere provinciale di Lecce dell'Italia dei valori, ucciso nel cuore della notte a coltellate davanti a casa, a Ugento, dove era consigliere comunale. E' quanto ritengono i carabinieri del comando provinciale di Lecce che - diretti dal pm salentino Giovanni De Palma - si stanno occupando delle indagini e che per ora non escludono alcuna ipotesi per il movente dell'omicidio.

Coltellate Secondo i primi accertamenti, Basile è stato ucciso con varie coltellate, sembra cinque-sei. Il corpo tuttavia presenta ferite che potrebbero anche far pensare che abbia avuto una zuffa con il suo aggressore. Secondo una prima ricostruzione fatta dal col.Filippo Calisti, comandante provinciale dei carabinieri, Basile era tornato in automobile a casa - una villetta in periferia - e aveva parcheggiato la vettura in cortile. Qualcuno però sembra lo abbia chiamato dal cancello: qualcuno che egli conosceva, forse, perché Basile ha aperto il cancello.

Nessun testimone è stato trovato sinora dagli investigatori, ma il sospetto è che ci sia stato un litigio tra l'esponente politico e il suo interlocutore. A quel punto, l'accoltellamento, che sarebbe stato compiuto con un coltello da cucina: l'arma sinora non è stata trovata. Un vicino di casa ha sentito le grida di aiuto dell'uomo, si é affacciato alla finestra, ha visto una persona in difficoltà e ha chiamato il 118, ma all'arrivo del personale sanitario Basile era già morto. Il consigliere ucciso aveva 61 anni, era stato imprenditore edile, ma aveva da tempo lasciato il lavoro. Era separato dalla moglie, con la quale non aveva avuto figli. Secondo l'assessore provinciale di Lecce dell'Idv, Carlo Madaro, non aveva problemi di denaro ed era una persona abbastanza irruente, irruenza che egli poneva sia nelle vicende politiche sia in quelle personali e a causa della quale egli "aveva capitalizzato inimicizie".

Un'intimidazione Per Madaro, ex magistrato, Basile aveva di recente subito un'intimidazione: qualche mese fa gli era stata fatta trovare dinanzi a casa la testa mozzata di un animale. Nonostante il consiglio di denunciare l'accaduto datogli da Madaro, tuttavia Basile non deve essersi rivolto alle forze di polizia: ai carabinieri infatti non risulta che il consigliere provinciale abbia denunciato negli ultimi mesi di aver ricevuto alcuna minaccia.

Di Pietro "sgomento" L'uccisione di Basile ha creato "sgomento" nell'Italia dei valori: per Antonio Di Pietro, presidente di IdV, egli "era un politico tutto d'un pezzo che affrontava e denunciava ogni giorno a muso duro ciò che non andava bene nella gestione della res pubblica".

La vicina: "L'ho trovato nel sangue..." "Ho sentito gridare aiuto aiuto, il tempo di vestirmi, sono uscita e l'ho trovato con la faccia in giù nel sangue". Lo racconta, parlando con i giornalisti a Ugento, Antonia Colitti, la vicina di casa di Giuseppe Basile. Antonia Colitti, insieme col marito e il figlio, è la prima persona che ha tentato, invano, di soccorrere Peppino Basile. La sua villetta è adiacente a quella di Basile, villette in fondo a via Nizza, dopo le quali si apre la campagna. Tra la famiglia di Antonia Colitti e Basile c'erano, oltre che rapporti di ottimo vicinato, anche rapporti legati al fatto che l'esponente politico pare abbia fatto da padrino di cresima al figlio della donna. "Ho sentito che mi chiamava per nome, 'commare Tetta', e quando l'ho visto - racconta la donna - ho gridato impaurita. E' accorso mio marito, e poi mio figlio, che hanno dato l'allarme, ma ormai Peppino era morto". La donna non racconta di aver sentito altro oltre alle grida dell'uomo che veniva ucciso, non racconta di rumori di auto o di pneumatici in accelerazioni, 'sgommature', delle quali invece qualche altro vicino pure parla ai giornalisti. Anzi, secondo i carabinieri, nessuno avrebbe udito in zona rumori di motori di mezzi che si allontanavano.

Mazzi di fiori La villa di Peppino Basile è a due piani, con il secondo piano ancora allo stato grezzo. La casa è presidiata da una pattuglia dei carabinieri e da una di agenti di polizia. Dinanzi alla villa, si notano alcune macchie di sangue. La più grande è stata coperta con una gettata di cemento. Ai lati del cancello d'ingresso, aperto a metà, ci sono alcuni mazzi di fiori; uno reca un biglietto con su scritto un nome di donna, Ada. Nel vialetto d'ingresso della villa di Basile ci sono le due automobili della vittima, un'Alfa Romeo 146 bordeaux e una Fiat Panda nera 4x4: quest'ultima è l'auto che la notte scorsa - tra l'1.30 e le 2 - Basile aveva appena usato. Con la Panda era infatti tornato a casa ed era entrato nel vialetto della villa: dopo che aveva appena chiuso la vettura, qualcuno l'aveva chiamato dall'esterno - secondo gli investigatori - spingendolo ad aprire il cancello. Poi, l'accoltellamento.

Serata in un locale da ballo Aveva trascorso la serata in un locale della zona dove aveva ballato, a quanto pare, con la donna che frequentava da qualche tempo, Giuseppe Basile.

Lo si è appreso da in ambienti politici locali. Prima di essere assassinato, l'uomo - che era separato dalla moglie e viveva da solo - potrebbe aver accompagnato a casa la donna con la quale aveva trascorso la serata. 

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