Uggè: «Bisogna razionalizzare l’ingresso in città dei mezzi pesanti»

«Smog alle stelle, livello degli inquinanti che per intere settimane di fila viene costantemente superato, aria sempre più sporca e salute dei cittadini rischio. Ogni inverno è la stessa cronaca di un'emergenza inquinamento annunciata. E, puntualmente, ogni anno, inizia il valzer dei soliti scontri politici, delle solite proposte per i soliti, possibili rimedi: a partire dalla targhe alterne per proseguire ai divieti totali della circolazione passando attraverso il pagamento dell’ecopass. Senza cercare strade alternative. Eppure soluzioni diverse, intelligenti, efficaci, esistono». Ne è assolutamente convinto Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, associazione che associa oltre 30mila imprese di autotrasporto, per un totale di oltre 110 mila mezzi pesanti che ogni giorno percorrono le strade italiane, comprese quelle cittadine, per consegnare le merci nei negozi, negli uffici, alla industrie e alle imprese artigiane.
«In attesa che si possano davvero avviare progetti straordinari come la realizzazione di nuove metropolitane, per i quali occorrono tempi lunghissimi, la soluzione è un processo di riordino, soprattutto nei grandi nodi urbani, per la razionalizzazione e la messa a sistema delle infrastrutture esistenti, oltre che per una gestione più competitiva dei servizi». «In altre parole - continua Uggè- si tratta di gestire in modo completamente diverso rispetto a oggi la distribuzione delle merci, riducendo la movimentazione dei mezzi che entrano nel centro cittadino e fluidificando la mobilità, vietando la circolazione dei mezzi pesanti nei centri urbani e facilitandolo per i mezzi accreditati. Evitando la logica, assurda, per cui ogni negozio viene servito da un automezzo con una sola consegna. La soluzione è quella di una gestione razionalizzata assicurata con mezzi ecologici che hanno come origine e destinazione nuove piattaforme logistiche, per l'immagazzinamento dei prodotti, realizzate a ridosso della città». Un esempio da seguire, già sperimentato e che ha dato ottimi risultati, è quello della città di Parma. Una possibile soluzione per un futuro meno inquinato e trafficato che giace dimenticata da tempo nei cassetti di Palazzo Marino.

«Nel 2005 venne raggiunta un'intesa tra il ministero delle Infrastrutture e l’amministrazione comunale di Milano con la messa a disposizione anche di risorse per questo progetto sul quale commercianti e operatori del trasporto avevano delineato un’intesa. Poi tutto è stato accantonato».

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