da Londra
Ian Paisley e Gerry Adams sedevano fianco a fianco a Stormont ieri, quando hanno annunciato linizio del primo governo biconfessionale dellIrlanda del Nord. E faceva una certa impressione vedere i due nemici di sempre così vicini, le due anime di un Paese travolto da decenni di violenze, pronti a lavorare insieme, a iniziare una nuova storia.
È stata una svolta storica lintesa raggiunta ieri tra i leader del partito cattolico e di quello protestante, forse il più grande successo dellintera stagione politica di Tony Blair. Era stato infatti il leader laburista a volere, nel 1998, lAccordo di Pace del Venerdì Santo e la creazione del parlamento di Stormont. I poteri dellassemblea però erano stati revocati dallo stesso governo di Londra nel 2002 in seguito a delle accuse di spionaggio contro lIra, il braccio armato del Sinn Feinn, ora finalmente dissoltosi. Adesso, dopo quasi cinque anni dimpasse, arriva il risultato in cui tutti speravano. Dalle ultime elezioni politiche del 7 marzo sia gli unionisti di Paisley sia i cattolici erano usciti vincitori, ma entrambi avevano bisogno uno dellaltro per poter governare.
Londra aveva promesso di concedere al nuovo governo il tanto invocato decentramento dei poteri a patto che si giungesse a un compromesso. Evento che si è finalmente verificato, nella speranza che lUlster possa definitivamente voltare pagina. «Oggi è un giorno molto importante per la gente dellIrlanda del Nord - ha dichiarato un gongolante Tony Blair - ma lo è anche per tutta la popolazione e per la storia di queste isole. Tutto quello che è stato fatto negli ultimi dieci anni fino a oggi è servito a preparare questo momento».
Anche il premier irlandese Bertie Ahern ha ricordato gli accordi di pace del 1998 definendo lintesa di ieri come «potenzialmente in grado di trasformare il futuro dellisola» e auspicando nel contempo il pieno raggiungimento delle fasi finali previste nel trattato del venerdì santo.
Subito dopo lincontro a Stormont, Paisley e Adams hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. «Per tutti noi questa è unenorme opportunità - ha dichiarato il leader protestante - e non dobbiamo consentire che il giustificato rifiuto delle tragedie e degli orrori del passato diventi una barriera per creare un futuro migliore per i nostri figli. Rimane da fare ancora molto ma ora il nostro obiettivo principale è vedere la devoluzione restituita a un contesto in cui si possa lavorare per un reale e significativo miglioramento della qualità di vita di tutta la popolazione di questo Paese. Sabato, lesecutivo del nostro partito ha approvato a larghissima maggioranza una mozione che ci impegna a sostenere e a partecipare al governo che verrà formato in maggio. È una delibera vincolante a cui ci atterremo». Soddisfazione per le parole di Paisley è stata subito espressa dallex nemico giurato, il leader cattolico Jerry Adams, che ha a ogni modo aggiunto che fino all8 maggio nulla verrà dato per scontato. «Sono convinto che laccordo raggiunto tra il Sinn Feinn e il Dup - ha detto Adams - riguardo al ripristino delle istituzioni politiche il prossimo 8 maggio segni linizio di una nuova era in questisola. Il Sinn Feinn è pronto a costruire nuove relazioni per un futuro di pace e di prosperità».
Allincontro di ieri era presente anche il ministro britannico per i rapporti con lIrlanda del Nord, Peter Hain, che si è detto molto ottimista riguardo al futuro. «Quando ti trovi di fronte ai due partiti di maggioranza entrambi pronti a impegnarsi... questo ti dà la sicurezza che finalmente il lavoro è compiuto», ha sottolineato Hain ricordando che ora la gente irlandese desidera che i suoi nuovi rappresentanti si concentrino su questioni più materiali, ma non meno importanti.
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