Il Financial Times Weekend di domenica ha riservato un enorme dispiacere a Umberto Eco: il suo Il cimitero di Praga, appena tradotto in inglese, è stato stroncato come pochi altri libri arrivati sulle pagine rosa del quotidiano londinese. Il critico di FT gli dà del «Dan Brown dei poveri», uno che spera - invano - che mischiando improbabili dietrologie, si ottenga un avvincente bestseller. «Non cè un motore narrativo, il lettore si perde tra false verità e falsi accadimenti (...) Questo romanzo sembra uno scorpione che vuole pungere, ma è uno scorpione morto: un guscio vuoto senza sangue o tessuto»... E a dirla tutta, neppure la stampa tedesca, per giunta di sinistra, non ha apprezzato lultima fatica di Eco. A ottobre i quotidiani di Berlino bocciarono Il cimitero di Praga: la progressista Sueddeutsche Zeitung, il maggiore quotidiano nazionale, scrisse che «come romanzo il libro è nel caso migliore un fiasco di alto livello, un noioso ammasso di inverosimiglianze grottesche». Una stroncatura senza appello: « Come testo letterario non è né particolarmente avvincente, né divertente. Come opera storica risente di un errore strutturale».
Feroce anche il giudizio del Frankfurter Allgemeine Zeitung che definì lopera «un romanzo fallito» perché «dopo trecento pagine non si tratta più di un romanzo, ma di uno schedario di persone, mappe stradali e bibliografia, un enorme apparato di note che è scivolato nel testo». E anche da noi, non gli è andata tanto bene. Almeno se si pensa alla doppia stroncatura sullOsservatore Romano a cura di due storiche, luna vicina al mondo cattolico, laltra a quello ebraico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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