da Milano
Grane giudiziarie per Unicredit, che è alle prese con una causa miliardaria da parte di azionisti di minoranza di Hvb, la banca tedesca acquisita due anni fa.
Secondo quanto scrive il Financial Times, otto investitori angloamericani della banca tedesca - detentori dell1,5% circa complessivo (secondo altre fonti la quota non supererebbe l1,25%) - reclamano danni per la bellezza di 17,35 miliardi di euro per le modalità con cui Unicredit ha condotto lo squeeze out di Hvb allepoca della sua acquisizione. Si tratta in sostanza della vendita forzosa delle piccole quote rimaste in mano agli azionisti (e sostanzialmente non più commerciabili) dopo il lancio di Opa totalitarie. La causa, depositata in un tribunale di Monaco venerdì scorso, giunge a pochi giorni dallassemblea della banca tedesca che si terrà oggi e domani. Allultima assemblea di Hvb, Unicredit aveva dovuto fronteggiare la bellezza di 48 azioni legali da diversi investitori per altri aspetti della fusione.
A muoversi, secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, questa volta sono stati in particolare il fondo dinvestimento di New York, Arnhold und Bleichroeder (con un nome inconfondibilmente tedesco), un altro americano, lAngelo Gordon, e linglese Trafalgar. Si tratta comunque di hedge fund, che non infrequentemente intentano cause miliardarie per ottenere utili più elevati dalle fusioni. I fondi sostengono che Hvb avrebbe venduto a un prezzo eccessivamente basso le proprie quote in Bank Austria Creditanstalt a Unicredit, oltre a mettere in discussione una serie di altre dismissioni da parte di Hvb. Domenica, precisa ul Financial Times, Unicredit non ha commentato il caso, non disponendo ancora dei dettagli della vicenda.
Intanto ieri Carlo De Benedetti è andato controcorrnte chiedendosi «qual è il vantaggio per il cittadino e il consumatore dalla fusione di Unicredit e Capitalia. Io non lo vedo. Non credo che la fusione sia a vantaggio del consumatore. Sarei stupito se lo fosse» ha detto.
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