Laumento di capitale da 7,5 miliardi lanciato da Unicredit per affrontare lEba avrà leffetto di un «ascensore» destinato a invertire le posizioni nel capitale di Fondazione CariVerona e CariTorino. LEnte di Paolo Biasi ha ufficializzato che parteciperà alla ricapitalizzazione di Piazza Cordusio solo con una quota del 3,51% rispetto al 4,211% complessivo. «Il Consiglio generale - scrive Verona - in coerenza» con il voto in assemblea, ha deciso di sottoscrivere la quota del 3,51%, «che sarà totalmente finanziata con mezzi propri, senza vendita di diritti e senza ricorso allindebitamento». Al contrario Crt, titolare del 3,3%, dovrebbe arrotondare il pacchetto verso il 4,2% inclusa la conversione del cashes.
Laumento di Unicredit, coperto dal consorzio di garanzia, dovrebbe poi essere seguito dalla Banca centrale libica (5%, cui aggiungere la Lia), da Carimonte (3%) e solo in parte da Manodori (che venderebbe alcuni diritti). In bilico Cassamarca, così come è da capire la strategia del fondo sovrano di Abu Dhabi e degli istituzionali. Fino a qui il futuro del gruppo guidato da Federico Ghizzoni.
Quanto invece allera di Alessandro Profumo, e in particolare alla vicenda Brontos, il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha depositato il ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale del riesame di revocare il sequestro di 245 milioni di euro di Unicredit. Il magistrato ha motivato limpugnazione, sostenendo che Profumo, quando era ad di Unicredit, ha partecipato alla presunta frode fiscale, attraverso loperazione Brontos, per arricchire listituto nellinteresse esclusivo della stessa banca. I giudici del riesame, motivando il dissequestro, avevano sostenuto che Profumo e gli altri indagati non hanno «la disponibilità dei beni della società».
Perciò non possono essere sequestrati i soldi dellistituto che, tra laltro, in base alla legge 231 del 2001, non può rispondere per il reato di dichiarazione fraudolenta dei redditi, che vale solo per le persone fisiche.
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