Economia

Unicredito: continua la caccia al titolo

Morgan Stanley alza i target. Vagnone (Ras): possibili sinergie in Austria

Marcello Zacché

da Milano

Il mercato ha sicuramente apprezzato l’aggregazione tra Unicredito e Hvb. Ma l’11% del capitale passato di mano in due giorni va al di là delle previsioni.
Di certo molti investitori hanno puntato sul futuro gruppo bancario italo-tedesco seguendo i giudizi degli analisti. L’ultimo report positivo è stato quello di Morgan Stanley, che ha alzato il prezzo target sul titolo da 4,65 a 4,90 euro per azione. «Strategicamente è un ottimo accordo - dice Morgan Stanley - e pieno di significato: salvadanaio in Italia, crescita in Europa e ristrutturazione in Germania e in Austria».
Ieri in Borsa le azioni Unicredito hanno chiuso a 4,48 euro, in rialzo dell’1,2%. Da lunedì, quando l’operazione Milano-Monaco è stata annunciata, i prezzi dei titoli della società guidata da Alessandro Profumo sono aumentati del 10%. Il che, tradotto in cifre, significa un incremento di valore di 2,5 miliardi. Seguito dall’andamento simmetrico delle azioni di Hypovereinsbank, in rialzo anch’esse, dell’1,8% a 21,98 euro. Un balzo che comunque non ha cambiato i termini dell’operazione: il concambio che prevede 5 titoli Unicredito per uno di Hvb lascia agli azionisti tedeschi un vantaggio di 40 centesimi per ogni azione, appena inferiore (di 10 centesimi) rispetto a quello di lunedì.
Le piste da seguire per capire chi compra portano essenzialmente al mercato. Tanto che alla Consob non sono fino ad ora suonati allarmi tali da mettere la situazione sotto stretta sorveglianza. L’andamento del titolo viene ritenuto coerente con l’operazione annunciata.
Tuttavia non mancano letture diverse. Tra queste c’è quella dell’interessamento di altri grandi gruppi per Hvb. Secondo il quotidiano francese La Tribune, sia Bnp Paribas, sia Société Générale sarebbero ancora attratte dalla banca tedesca, e potrebbero inserirsi a disturbare Profumo.
Un’altra pista rimane quella del posizionamento dei soci Unicredito, che potrebbero arrotondare le loro quote in vista della diluizione conseguente all’operazione. Sul tavolo c’è anche la possibile stesura di un accordo parasociale tra le fondazioni (Cariverona, Crt, Cassamarca e Carimonte).
Per quanto riguarda gli assetti industriali, l’amministratore delegato di Ras (socio al 4,9% in Unicredito) Paolo Vagnone ha ricordato che anche la sua compagna è presente in Austria attraverso una sua controllata e che ora, grazie all’accordo con Hvb (che controlla Bank of Austria) «sono possibili interessanti sinergie e anche prospettive di espansione nell’Europa dell’Est».
Unicredito, intanto, non ha preso nessuna decisione su eventuali cessioni di asset non strategici nell’ambito dell’accordo con Hvb. Se ne parlerà - si è appreso da fonti finanziarie - eventualmente dopo il completamento dell’operazione con Hvb.


Di certo le cessioni non riguarderanno Locat, il gruppo di leasing la cui strategicità per Unicredito è stata confermata nonostante le diverse indiscrezioni in proposito.

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