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Unipol: un altro sì sulla strada di Bnl

Abete: «Sono molto preoccupato per i miei azionisti, mi rivolgerò subito alle autorità»

Marcello Zacché

da Milano

Unipol riceve l’ok dall’Isvap. Ma non è quello definitivo: l’Authority che vigila sulle assicurazioni ha ieri autorizzato la compagnia bolognese ad acquistare il residuo 50% di Bnl Vita, compagnia controllata pariteticamente da Unipol e Bnl. Ma il «via libera» che davvero conta, quello sull’offerta pubblica che il gruppo Unipol ha lanciato sull’intera Bnl, ancora non c’è.
Si tratta di un parere, atteso ormai da più di 4 mesi, che potrebbe arrivare comunque a breve, forse proprio domani, in concomitanza con la riunione del cda dell’Isvap. Un parere, appunto, che verrà immediatamente girato a Bankitalia per avere l’ok definitivo all’operazione. Quella di ieri, invece, è stata un’autorizzazione necessaria, e comunque vincolata al via libera finale della Banca d’Italia. In ogni caso un altro passetto avanti per Giovanni Consorte, presidente e ad di Unipol, verso Roma.
Certo, visto il clima di attesa che circonda l’affaire Unipol-Bnl, questo «ok» dell’Isvap non ha aiutato a chiarire i termini del contendere. Si sa solo che per tutto il fine settimana gli uffici Unipol della bolognese via Stalingrado sono stati aperti per mettere a punto la documentazione richiesta dalle Authority. Sembra assodato che la vigilanza abbia richiesto una maggiore copertura patrimoniale per garantire la stabilità del futuro gruppo integrato bancario-assicurativo. Si tratterebbe di almeno 1-1,2 miliardi (che si sommano all’aumento di capitale da 2,6, l’emissione di obbligazioni prevista da 1,4 e la cessione del 35% di Aurora per 750 milioni) che Consorte avrebbe messo in conto modificando alcuni degli accordi originali siglati in luglio con i suoi partner.
In particolare, Unipol ha sottoscritto due nuove opzioni put (diritti di vendere) con Csfb e Deutsche Bank per un massimo del 12% del capitale, a un prezzo molto basso: 1,5 euro per azione. Se si calcola che l’Opa è annunciata a 2,7 euro, l’operazione sembra finalizzata esclusivamente a dotare Unipol di una capacità patrimoniale potenziale. Altri rafforzamenti deliberati a livello di gruppo sono la ricapitalizzazione da 300 milioni di Unipol Banca e un’emissione da 200 milioni varata ieri da Aurora.
In proposito, non è mancata la presa di posizione di Luigi Abete, presidente di Bnl e acerrimo nemico dell’Opa Unipol. «Sono perplesso e preoccupato», ha detto Abete, che ha poi parlato di «un’Opa à la carte, ovvero un’Opa in movimento. Dal momento della notizia il 18 luglio, siamo arrivati al 28 novembre e non abbiamo notizie sulle procedure che la Consob dovrebbe autorizzare e non sappiamo ancora nemmeno se l’Isvap ha trasmesso il parere a Bankitalia che deve dare il via libera all’operazione». Secondo Abete «le autorità competenti devono decidere, ognuno si assuma le proprie responsabilità.

Domattina formalizzerò le mie preoccupazioni alle autorità competenti per i danni che possono derivare da questa operazione ai nostri azionisti». Secca la risposta di fonti vicine alla compagnia: «Le recenti dichiarazioni del presidente Abete sembrano voler esautorare le competenze delle autorità chiamate a decidere sull’Opa Unipol».

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