Gianluigi Nuzzi
da Milano
Le condizioni psicologiche di Gianfranco Boni, braccio destro di Gianpiero Fiorani, stanno rapidamente peggiorando. L’ex direttore finanziario di Banca Popolare Italiana, seppur recluso nel terzo braccio del carcere di San Vittore, ovvero quello appena ristrutturato e quindi con celle che offrono migliori condizioni di vivibilità, starebbe male. «Dei tre arrestati lo scorso 13 dicembre, ovvero tra Fiorani, Fabio Massimo Conti e Boni - spiega don Luigi, capellano del carcere - Boni è quello che vedo peggio». L’ex manager di Lodi è stato sentito dai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti venerdì e lo scorso 13 gennaio sino a tarda serata. Ma sembra che gli incontri con i magistrati non sblocchino la situazione, visto anche le nuove accuse raccolte, a iniziare dai resoconti del commercialista Bruno Bertagnoli, 44 anni, indagato per riciclaggio e ricettazione. E quindi dopo un mese e mezzo di detenzione, la reclusione si fa sentire. Ancora in carcere, sempre a San Vittore ma senza contatti con gli altri coindagati, anche Conti, ex uomo di punta di Bipielle Suisse. Situazione per lui delicata: si è visto respingere la richiesta di arresti domiciliari presentata al gip Clementina Forleo dopo aver incassato il parere favorevole della procura. Diversa, invece, la situazione di Fiorani, ancora detenuto nell’infermeria del penitenziario. L’ex amministratore delegato di Bpi trascorre le giornate tra momenti di preghiera, interrogatori, incontri con i legali, libri (sono vietati riviste e quotidiani) e, soprattutto, riflettendo sulle accuse contestate dalla procura milanese.
La partita giudiziaria su Bpi, Unipol e Bnl si intreccia con le scelte degli organi di vigilanza. E in procura, a Milano ma soprattutto a Roma, si attende la risposta definitiva della Banca d’Italia all’opa Unipol. La decisione è attesa entro fine settimana e dovrebbe seguire la linea della bocciatura già decisa da Vincenzo Desario. Nell’attesa, nel quartiere generale di Unipol in via Stalingrado a Bologna, si stanno studiando i diversi scenari che si potrebbero presentare. Con le conseguenti soluzioni. Ricorso al Tar, presentazione di una seconda offerta o accordo con i baschi del Bbva per rinunciare a via Nazionale sembrano le tre strade più facilmente percorribili. Le prime due, però, comportano tempi e rischi non trascurabili. C’è infatti chi è pronto a scommettere che una nuova operazione Unipol su Bnl sarebbe ancora bocciata da Banca d’Italia. Per questo Unipol nelle controdeduzioni ha cercato di stigmatizzare il rilievo dato dalla banca centrale alle indagini preliminari avviate e al fatto che la società stessa come soggetto giuridico sia iscritta a Milano nel registro degli indagati. Come del resto prevede la normativa europea.
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