«Uranio arricchito su larga scala»

I ribelli minacciano di comportarsi come le Farc colombiane: «Tenere per anni le persone catturate»

da Teheran

Mentre il ministro israeliano per gli Affari Strategici, il nazionalista di destra Avigdor Lieberman, chiede al neosegretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon di «revocare all’Iran lo status di Paese membro» a causa del controverso programma nucleare di Teheran e per aver auspicato più volte la distruzione dello Stato ebraico, Teheran rilancia. L’Iran, ha detto il superintegralista presidente Mahmud Ahmadinejad, avvierà «molto presto» la produzione su scala industriale di combustibile nucleare, cioè uranio arricchito.
«Oggi - ha detto Ahmadinejad parlando in un comizio nella provincia sudoccidentale del Khuzistan - l’Iran è un Paese nucleare. Siamo in possesso del ciclo completo per l’arricchimento e molto presto avvieremo su scala industriale la produzione di combustibile nucleare».
Per avere rifiutato l’invito del Consiglio di Sicurezza dell’Onu a sospendere questa attività, Teheran si è vista imporre alla fine di dicembre sanzioni sulle importazioni di tecnologia nucleare e missilistica. Ma «il popolo iraniano - ha affermato Ahmadinejad - ha preso la sua decisione e non presterà attenzione alle grida di potenze corrotte che vogliono sempre usare la forza». «Sappiate - ha aggiunto, rivolgendosi a queste potenze, in particolare gli occidentali - che il popolo iraniano non ha paura delle vostre minacce».
Ieri Teheran ha annunciato che il suo capo negoziatore sul nucleare, Ali Larijani, arriverà oggi a Pechino con un messaggio di Ahmadinejad per il suo omologo cinese Hu Jintao. La Cina, come la Russia, si è opposta a lungo all’adozione di sanzioni contro la Repubblica islamica. Ma il 23 dicembre entrambi i Paesi, membri permanenti e quindi con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza, hanno finito col votare a favore della risoluzione che impone le misure restrittive a Teheran.
Ciò è del resto avvenuto quasi quattro mesi dopo la data del 31 agosto che le grandi potenze avevano fissato in una prima risoluzione perché l’Iran sospendesse le attività dell’arricchimento.


Nelle ultime settimane le autorità iraniane, con il presidente in testa, hanno più volte annunciato che i festeggiamenti per il ventottesimo anniversario della rivoluzione, l’11 febbraio prossimo, comprenderanno anche celebrazioni per l’entrata della Repubblica islamica nel club dei Paesi nucleari.

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