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Usa, il sindaco di New York dichiara guerra ai cibi troppo salati

Nei prossimi cinque anni Michael Bloomberg punta alla riduzione del sodio nei cibi del 25 per cento

La battaglia del sindaco di New York Michael Bloomberg contro i cibi spazzatura è entrata in una nuova fase. Dopo gli acidi grassi insaturi, messi al bando dai ristoranti della città, adesso nel mirino ci sono i cibi ad alto contenuto di sodio. La città ha messo a punto un piano rivolto a ristoratori e rivenditori alimentari della città, per arrivare a diminuire la quantità di sodio nei loro prodotti. Bloomberg, che ha l'appoggio delle autorità sanitarie in numerosi Stati, vorrebbe ridurre del 25% la presenza di sodio nei cibi venduti a New York nei prossimi 5 anni. Il sodio è considerata una delle principali cause per l'alta pressione e il rischio d'infarto. Ma non si preannuncia una battaglia facile. L'iniziativa prevede che i produttori limitino volontariamente l'utilizzo di sodio, che non può essere imposto per legge. Bloomberg suggerisce che la riduzione sia graduale, in maniera che i consumatori non riescano a percepire la differenza nei sapori. L'altro nodo è legato al fatto che le maggiori industrie alimentari dovrebbero eliminare il sodio (un procedimento costoso) solo dai prodotti destinati al mercato newyorchese. Ma il comune di New York va avanti e, in primavera, al termine di una fase di studio che coinvolge i produttori, verranno stabiliti gli standard. Il sistema, nella sua formulazione attuale, è complesso. Prevede la riduzione di sodio dal 10 al 40 per cento per 61 tipologie di prodotti confezionati e per 25 piatti da ristorante. Se molte compagnie alimentari sono d'accordo sulla riduzione dei quantitativi di sodio nei cibi, alcuni ricercatori hanno dubbi sui reali benefici di una dieta a basso contenuto di sodio; anzi, la carenza di sali nell'alimentazione potrebbe essere alla base di problemi cardiaci.

Le statistiche sono dalla parte di Bloomberg. Le autorità sanitarie del governo americano raccomandano un consumo massimo tra i 1500 e 2300 milligrammi al giorno, mentre la media nazionale è di circa 3400 milligrammi.

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