al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano s i è irritato perché il coordinatore del Pdl Denis Verdini avrebbe messo in dubbio l e sue prerogative di arbitro della crisi. A parte che Verdini non ha detto esattamente così, val e l a pena d i ricordar e che s e Napolitano fosse coerente non dovrebbe considerar e sacra e inviolabile l a figura del capo dell o Stato. Nel 1991 infatti il suo partito, il Pci (fresco del nuov o nome Pds) e lui in prima persona furono protagonisti di un feroce attacco all'allora presidente Cossiga che sfociò nella clamorosa richiesta di messa sotto accusa per tradimento della Costituzione. Per Napolitano l'inviolabilità del Colle non era un problema anche anni prima, quando una falsa campagna stampa della sinistra guidata da Eugenio Scalfari costrinse alle dimissioni il presidente Leone, poi risultato completamente innocente. In realtà chi sta tirando per la giacchetta Napolitano sono Fini e Casini. Non c'è infatti giorno che i due non dian o per fatto e approvato u n dopo Berlusconi che esiste solo nella loro testa. E cioè: la maggioranza non c'è più ma non si andrà a votare perché ne abbiamo pronta un'altra, i f amosi 317. Le cose stanno diversamente. Fini, Casini e i l oro uomini stanno semplicemente facendo la parte degli utili idioti di chi, a sinistra, d a sedici anni cerca inutilmente di disarcionare il centrodestra e vendicarsi dello scippo subito da Berlusconi nel 1994 di un potere che sembrava loro a portata di mano. Ci hanno provato con le Procure, poi col gossip, hanno occupato la Rai: niente da fare. Si sono detti: vuoi vedere che due nostri nemici storici, un fascista e un cattolico, possono portarci diritti sull' obiettivo? Detto fatto: i due hanno abboccato, accecati dall'invidia per il Cavaliere. Tanto d a annunciare già vittoria: siamo maggioranza, siamo in 317. I n realtà i due hanno 70 deputati, gli altri 247 sono comunisti, ex comunisti, mangiapreti, dipietristi, tutta gente che il giorno dopo una eventuale vittoria del Fli e dell'Udc farebbe polpette. A ben vedere, i 317 non c i sono neppure sulla carta, tra defezioni certe e annunciate. E poi nessun governo, vecchio o nuovo, può governare con 317 deputati (solo 5 in più dell'opposizione).
Fini e Casini stanno quindi parlando di un non senso numerico e politico. Stanno parlando di un grande imbroglio fondato sul tradimento degli elettori e aggravato da un patto col nemico. Per capirlo non c'è neppure bisogno d i scomodare Napolitano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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