nostro inviato a Cernobbio (Como)
Era il giallo della giornata. Si incontreranno? Si saluteranno? Si parleranno? Romano Prodi, a Villa dEste da sabato, era al tavolo dei relatori al seminario Ambrosetti di buon mattino, accanto a Mario Monti, Paolo Savona, Gian Maria Gros Pietro e Angelo Tantazzi. Dopo la pausa caffè, alle 11, toccava a quattro ministri (Stefano Caldoro, Mario Landolfi, Lucio Stanca e Domenico Siniscalco). Ma il discorso conclusivo spettava a Silvio Berlusconi. I leader dei due poli, i rivali delle prossime elezioni, riuniti nella stessa sala tra stucchi e sedie damascate. Un miracolo che a Bruno Vespa non è mai riuscito.
Il premier parla, lex premier ascolta e prende appunti. Dopo una decina di minuti, Berlusconi sinterrompe. «Vedo Prodi seduto qui, non lho ancora salutato. Ciao, Romano!», esclama. Sorridono gli imprenditori in platea, Prodi accenna un saluto. Ma Berlusconi continua, racconta un aneddoto. «Quando ci incontriamo tutti ci chiedono di che cosa abbiamo parlato. Credono che discutiamo di Rai, di poltrone. Ma sapere in realtà che cosa ci diciamo? Io gli domando: Come va con i tuoi matti?. E lui mi risponde: Bene, e tu con i tuoi?». Il pubblico di Cernobbio ride e applaude, il clima si distende.
Non cè animosità tra i due avversari.
«Come va con i tuoi matti?». «Bene. E tu con i tuoi?»
Il Cavaliere racconta lo scambio di battute tra lui e Prodi quando i due leader si incontrano
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