Se il proposito di Daniela Valentini era quello di soddisfare le esigenze di tutte le categorie, lobiettivo sembra clamorosamente fallito. Dopo la levata di scudi dei cacciatori che hanno «impallinato» lassessore allAgricoltura della Giunta Marrazzo, sono infatti ora le associazioni animaliste e ambientaliste a protestare per il calendario venatorio pubblicato nei giorni scorsi dalla Regione Lazio.
«Parte male per lambiente regionale la legislatura presieduta dal presidente Marrazzo - si legge in una nota congiunta di Altura, Animalisti Italiani, Dea, Enpa, Italia Nostra, Lac, Lav, Vas e Wwf -. Dopo le tiepide proteste dei cacciatori, sono stati pubblicati i clamorosi dietrofront sul calendario venatorio, rinnovando una grave superficialità nel governo del territorio e delle risorse naturali del Lazio. Dopo aver varato un calendario venatorio lo scorso luglio - proseguono le associazioni -, discusso e maturato nella legittima sede istituzionale, il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale, prendiamo atto che lassessore Valentini è tornata sui propri passi, consentendo preapertura e giornate di caccia ulteriori a specie ridotte assai male come lepre e beccaccia: la Giunta Marrazzo parte decisamente male sull'ambiente. Ricorreremo alle vie legali».
A stretto giro la risposta della Valentini: «Il calendario venatorio è il risultato di una decisa azione di governo tesa al miglioramento della politica di gestione e salvaguardia e ripopolamento faunistico del territorio - afferma -. Non si tratta di un dietrofront, ma al contrario di un chiaro segnale di cambiamento. Molto importanti sono state, infatti, le novità introdotte questanno quali il divieto di caccia alle specie animali rientranti in un progetto di ripopolamento e recupero, come la starna, e le forti limitazioni ai carnieri.
Sta di fatto che entrambe le categorie si dicono insoddisfatte. Vai a capire perché.
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