Della Valle indagato riformatore «Riscriviamo le regole del calcio»

da Milano

Della Valle reclama la sua innocenza e lancia un appello ai suoi «colleghi» presidenti: «Riscriviamo le regole del calcio». Il patron della Fiorentina è indagato per frode sportiva assieme al fratello Andrea, all’amministratore della Fiorentina Sandro Mencucci e ad altre 40 persone nell’ambito dell’inchiesta napoletana sulle presunte frodi nello scorso campionato. «Da lunedì mettiamoci intorno a un tavolo, tutti», ha detto il presidente viola in una conferenza stampa convocata ieri mattina a Firenze e trasmessa da Sky. «Ma non devono mancare Sensi, Moratti, Berlusconi e Agnelli, perché con loro l’iniziativa ha un altro peso - ha sottolineato - mi aspetto che le belle addormentate nel bosco si sveglino. I presidenti facciano un esame di coscienza, mettano un mattone sul passato e si proiettino nel futuro».
L’iniziativa di Della Valle è arrivata dopo che venerdì sera il presidente della Fiorentina era stato pesantemente bacchettato dal leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, davanti alle telecamere di Matrix. E proprio al mondo politico Della Valle ha rivolto un altro appello: «La politica dovrebbe commissariare le realtà calcistica, dovrebbe fare in fretta, salvare il buono che c'è e uscire rapidamente», ha spiegato Della Valle, che però non ha avanzato nessun nome, limitandosi a dire che dovrebbe essere scelta una persona «al di sopra delle parti, con grande rigore morale e grande credibilità».
Della Valle ha cercato di ridimensionare il proprio coinvolgimento nell’inchiesta: «Sono solo equivoci, chiariremo tutto. È necessario che la magistratura non tralasci nulla, faccia tutto e in maniera veloce e divida bene i campi tra chi ha commesso le cose e chi no». Noi sapevamo, ma non abbiamo fatto nulla, questo in sintesi il Della Valle pensiero: «Quando siamo entrati in questo mondo abbiamo trovato una situazione ambientale assolutamente ostile, ma il sistema ha capito che non poteva metterci sotto controllo».
Il suo coinvolgimento nell’inchiesta, secondo l’imprenditore marchigiano, nasce da una errata interpretazione delle telefonatye intercettate. Secondo Della Valle, la frase rivolta al fratello Andrea, alla vigilia di Chievo-Fiorentina, fa riferimento «al fatto che il giorno dopo avrebbero operato nostra madre». L’attenzione del presidente della Fiorentina si è poi spostata sulla questione dei diritti tv: «Siamo andati all’Antitrust perché crediamo che la gestione dei diritti televisivi non sia secondaria. Noi riteniamo che non ci sia un libero mercato».
Ma gli strali di Della Valle hanno investito soprattutto Innocenzo Mazzini, l’ex vicepresidente federale al centro dell’inchiesta. «Ci dissero che c’era un complotto contro di noi, ci siamo detti “se questo avviene, benissimo”, ma non abbiamo fatto nulla, siamo stati fuori da tutto.

Quella persona era la stessa che preparava contro di me, per conto di altri, un dossier accusatorio solo perché non mi piegavo ai diktat del sistema. Ci disse anche che dovevamo essere meno arroganti, quando non lo siamo mai stati».

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