Il Vaticano: «Punire i clienti delle prostitute»

Il documento solleva consensi e polemiche tra i politici. Capezzone: «Ennesima ingerenza»

Il Vaticano: «Punire i clienti delle prostitute»

da Roma

Una voce dal Vaticano: forte, severa, improvvisa: i clienti delle ragazze di strada vanno condannati, non solo da Dio ma anche dalla legge degli uomini. La prostituzione è «una forma di schiavitù moderna» e, con «lo sfruttamento sessuale» e il traffico di esseri umani, è un «atto di violenza contro le donne, un'offesa alla loro dignità e una grave violazione di diritti umani fondamentali». L’urlo contro chi sfrutta le donne e le costringe al mestiere più vecchio del mondo è messo su carta. È un documento che raccoglie le conclusioni del primo Incontro internazionale di pastorale per la liberazione delle donne di strada, voluto dal Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Se il documento sottolinea la necessità di impegno della Chiesa e della società, oltre che degli Stati, a favore della «vittima» dello prostituzione, che è sicuramente la donna, particolare attenzione viene posta sul «cliente», del quale vengono evidenziati i limiti psicologici, e che «deve ricevere qualcosa di più di una condanna sociale ed affrontare il pieno rigore della legge». Il Pontificio consiglio nota che il numero delle donne di strada è «drammaticamente cresciuto nel mondo, per una varietà di ragioni economiche complesse, sociali e culturali». È lo specchio concreto dello sfruttamento dei mondi poveri, il secondo, il terzo, il quarto. «Vittima» della prostituzione, si legge nel documento, frutto del lavoro dei rappresentanti degli episcopati di 19 Paesi europei, ma anche di Congo, India, Nigeria e Thailandia, del Consiglio episcopale latino americano, delle Unioni dei superiori e delle superiore generali di ordini religiosi e di associazioni con impegno nel settore, come la Comunità Papa Giovanni XXIII, è «un essere umano, che grida in molti casi per ricevere aiuto, poiché vendere il proprio corpo sulla strada non è ciò che si sceglierebbe volontariamente di fare».
Ma soprattutto «è necessario concentrare l'attenzione sul cliente come uno degli elementi del sistema consumistico che è alla base del commercio del sesso». Tali uomini «cercano le prostitute perché ciò dà loro un'esperienza di totale dominio e controllo su una donna». Per questo il «cliente», oltre a dover affrontare condanna sociale e «pieno rigore della legge», deve «essere aiutato a risolvere i suoi problemi più profondi». «L’ultimo atto di accusa è contro i mass media, quando offrono della donna un’immagine mercificante. Servono misure efficaci contro «le avvilenti rappresentazioni della donna nella pubblicità».
Il documento del Vaticano nel mondo politico è stato accolto da consensi (Taormina e Giro di Forza Italia, per esempio) ma anche da critiche.

«È giusto parlare anche della responsabilità dei clienti delle prostitute, ma non è con il proibizionismo legislativo che si risolvono gli effetti di questo problema», ribatte per esempio Paolo Cento, coordinatore dei Verdi. Più duro Daniele Capezzone, segretario dei radicali: «Questo è l'ennesimo caso di sconfinamento dell'attività del Vaticano nelle questioni legislative ed elettorali dello Stato italiano».

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