Vaticano

"Così mi rivelò della rinuncia". Il racconto del cardinal Bertone su Ratzinger

L'intervista al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano di papa Benedetto XVI. Le riforme, la difesa della fede, la lotta alla pedofilia e la decisione della rinuncia, tutte le vicende che hanno riguardato Ratzinger

"Così mi rivelò della rinuncia". Il racconto del cardinal Bertone su Ratzinger
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La scomparsa di Benedetto XVI ha sconvolto il mondo e migliaia di fedeli, in queste ultime ore, stanno raggiungendo la basilica di San Pietro per dare al papa emerito l'ultimo saluto. Molti non hanno dimenticato il suo pontificato, così come le sue dimissioni, che ai tempi destarono enorme stupore.

È proprio delle dimissioni di papa Ratzinger che ha voluto parlare il cardinale Tarcisio Bertone, nominato segretario di Stato vaticano da papa Benedetto XVI nel 2005. Intervistato da La Stampa, il prelato racconta di come abbia inialmente cercato di posticipare la "rinuncia", trovando però una forte convinzione nel pontefice.

Joseph Ratzinger fu per Bertone un amico sincero, un uomo discreto. "Non ci siamo mai dati del tu, ma la confidenza e la lealtà degli amici di fatto ci univa. E ciò, senza tralasciare la realtà che è stato un grande maestro di teologia e di vita, mio Superiore e Sommo Pontefice, per cui aveva il mio massimo rispetto, oltre che l'affetto", spiega.

La teologia e le riforme

Il cardinale Bertone ricorda che Ratzinger partecipò al Concilio Vaticano II in qualità di assistente del Cardinale Frings. Al tempo non era un perito ufficiale, ma si dimostrò un ottimo consigliere dei Padri conciliari. "Fortunatamente c'era Ratzinger. È ragionevole, modesto, disinteressato, di buon aiuto", era stato il commento, all'epoca, di Yves Congar.

Joseph Ratzinger, del resto, vedeva la chiesa come "una compagnia sempre riformanda", precisa Bertone. Una dichiarazione che lo stesso papa emerito fecein una lectio magistralis al Meeting di Rimini del 1990.

Benedetto XVI fu un papa "chiuso"? Qualcuno lo chiamò addirittura "panzerkardinal". Per il cardinale Bertone c'è solo un appellativo che lo definisce, ossia "difensore della fede". Ratzinger aveva una grande apertura mentale, non discriminava nessuno, come invece è stato detto da alcuni. "Quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, diceva che il suo compito era quello di proteggere la fede dei piccoli, degli umili che non hanno gli strumenti culturali adatti per contrastare le insidie del mondo sempre più scristianizzato, secolarizzato e materialista", racconta il cardinale.

Proprio per questa sua voglia di apertura e di unione, Benedetto XVI fu frainteso a Ratisbona, quando citò un brano su Maometto. Il mondo islamico si sollevò, provocando in lui stupore e dolore. "Le sue reali intenzioni erano molto lontane dal voler criticare o offendere la religione islamica", racconta Bertone. "Recuperò ben presto la fiducia recandosi in Turchia - quando molti nella Chiesa lo sconsigliavano - e instaurando un proficuo dialogo con i musulmani", aggiunge.

La lotta contro la pedofilia

Ratzinger si scontrò contro la pedofilia fin da quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Poi, una volta papa, decise di far emergere la verità e "scoperchiare un triste fenomeno purtroppo racchiuso da molto tempo nella Chiesa", racconta Bertone a La Stampa.
Papa Benedetto XVI creò una Commissione di esperti proprio per approfondire il problema, e tentare, laddove possibile, di recuperare i sacerdoti deviati.

La rinuncia al pontificato

Si arriva poi alle dimissioni di papa Benedetto XVI. Una decisione difficile. "Nella primavera del 2012 ha iniziato a parlarmene ma io ritenevo che fosse un pensiero passeggero", rivela Bertone.

La convinzione di Ratzinger si dimostrò però molto forte, tanto che nell'estate del 2012 l'argomento venne affrontato sul serio. "Ho constatato quanto fosse radicato in lui questo proposito maturato nella preghiera e nella riflessione", spiega il cardinale. "Il mio animo era turbato e oppresso all'idea della reazione che un tale evento avrebbe suscitato nella Chiesa e non solo. La mia preghiera si è fatta più intensa e le mie notti erano meno tranquille. Provavo a fargli dilazionare l'annuncio il più possibile prendendo come scusa anche la promessa fatta di concludere, in occasione del Natale, il suo libro sull'infanzia di Gesù, così da offrire alla Chiesa l'intera trilogia su Gesù di Nazaret", confessa.

Poi la rinuncia, l'11 febbraio 2013.

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