Giornalismo, l'appello del Papa: "È un bene pubblico da proteggere"

Nel suo discorso, il Papa ha lodato il coraggio dei reporter che "rischiano" in zone di conflitto e ha chiesto la liberazione immediata dei giornalisti "ingiustamente perseguitati e imprigionati"

Giornalismo, l'appello del Papa: "È un bene pubblico da proteggere"
00:00 00:00

Papa Leone XIV ha tenuto un'udienza a Minds, l'associazione internazionale delle agenzie di stampa, durante la quale ha parlato del ruolo dei giornalisti, soprattutto nell'attuale società e nel momento storico complicato in corso. Fare giornalismo, ha spiegato il Santo Padre, "non è un crimine" ma "un diritto da proteggere". Ogni giorno, ha detto il Papa, "ci sono reporter che rischiano personalmente perché la gente possa sapere come stanno le cose. E in un tempo come il nostro, di conflitti violenti e diffusi, quelli che cadono sul campo sono molti: vittime della guerra e dell'ideologia della guerra, che vorrebbe impedire ai giornalisti di esserci".

Se arrivano notizie puntuali su quanto accade nei teatri di guerra, come "a Gaza, in Ucraina e in ogni altra terra insanguinata dalle bombe, lo dobbiamo in buona parte a loro". Il Santo Padre ha sottolineato che "queste testimonianze estreme sono l'apice del tributo di quotidiana fatica di tantissimi che lavorano perché l'informazione non sia inquinata da altri fini, contrari alla verità e alla dignità della persona". Quindi, ha fatto appello affinché vengano liberati i giornalisti "ingiustamente perseguitati e imprigionati per aver cercato di raccontare. Ribadisco oggi questa richiesta.". L'informazione, ha proseguito, "è un bene pubblico che tutti dovremmo tutelare. Per questo, ciò che è davvero costruttivo è l’alleanza tra i cittadini e i giornalisti all’insegna dell’impegno per la responsabilità etica e civile".

In tal senso, una forma di cittadinanza attiva, ha detto ancora il Papa, "è quella di stimare e sostenere gli operatori e le agenzie che dimostrano serietà e vera libertà nel loro lavoro. Allora si verifica un circolo virtuoso che fa bene al corpo sociale". È necessario liberare "la comunicazione dall’inquinamento cognitivo che la corrompe dalla concorrenza sleale, dal degrado del cosiddetto click bait". Il Santo Padre ha messo in evidenza che "non siamo destinati a vivere in un mondo dove la verità non è più distinguibile dalla finzione". In tal senso, ha aggiunto, "dobbiamo porci degli importanti interrogativi. Gli algoritmi generano contenuti e dati in una dimensione e con una velocità che non si era mai vista prima.

Ma chi li governa? L'intelligenza artificiale sta cambiando il modo con cui ci informiamo e comunichiamo, ma chi la guida e a quali fini? Dobbiamo vigilare perché la tecnologia non si sostituisca all'uomo".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica