
Un fil rouge lega il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, con il suo predecessore, Jorge Mario Bergoglio. Tra i 133 cardinali elettori è prevalsa la linea della continuità. Dal suo breve ma intenso discorso dalla Loggia delle Benedizioni emerge una sorta di manifesto programmatico, che richiama i temi tanto cari a Bergoglio: la pace, l’unità della Chiesa, la missionarietà, la sinodalità, la vicinanza agli ultimi.
Cita Francesco per due volte, il nuovo successore di Pietro, nel suo saluto ai fedeli. Lo ringrazia per il suo pontificato. E, riprendendo il discorso di Bergoglio per la Pasqua (fu l’ultimo di Francesco il giorno primo della sua morte), ribadisce: «Dio ci ama tutti, incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco. Papa Francesco che benediva Roma, dava la sua benedizione al mondo. Quella mattina del giorno di Pasqua, consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio ci ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti».
Prevost è anche il primo Pontefice a esprimersi in due lingue e il primo ad utilizzare anche la lingua spagnola. Un gesto, questo, che sembra chiaramente di comunione con la lingua proprio del suo predecessore, l’argentino Bergoglio, anche se poi si ricollega al suo passato da missionario in Perù, Paese di cui ha anche la nazionalità. Infine, recita la preghiera dell’Ave Maria (Francesco aveva concluso con il Padre Nostro il suo primo intervento da neo-eletto). Insomma, gli elementi di continuità balzano subito agli occhi.
Era stato proprio Francesco a volerlo in Vaticano.
Lo aveva nominato nel 2023 Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Prevost aveva conosciuto Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires.
Dopo l’annuncio della morte, l’aveva ricordato così: «Era un uomo che voleva vivere autenticamente, con coerenza, il Vangelo. Voleva una Chiesa povera, che cammina con i poveri».
Il suo primo intervento inizia proprio invocando il dono della pace. «La pace sia con tutti voi», sono le sue prime parole. «Fratelli e sorelle carissimi – dice questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il Buon Pastore». Invita a costruire ponti, «con il dialogo, con l’incontro», e a unirsi per «essere un solo popolo sempre in pace». «Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria verso cui Dio ci ha preparato. Alla Chiesa di Roma un saluto speciale. Dobbiamo cercare di essere insieme una Chiesa missionaria, che costruisce i ponti».
Un segno di continuità, dunque, che viene riferito anche
dalla sala stampa della Santa Sede.«Il Papa ci ha parlato di pace, di dialogo e ha richiamato le parole di Francesco nella domenica di Pasqua: Dio ama tutti, il male non prevarrà», ha fatto notare in serata Matteo Bruni.
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