Vaticano

Il grido del Papa: "Basta sangue innocente in Medio Oriente"

Francesco dedica larga parte dell'Angelus alla crisi in Terra Santa e chiede la liberazione degli ostaggi e corridori umanitari a Gaza

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All'Angelus di oggi in piazza san Pietro pensieri e parole di Francesco sono andati alla situazione in Medio Oriente. Nuovo appello del Papa a fermare le armi e al rispetto del diritto umanitario. Il Pontefice ha ammesso di seguire quanto accade in Israele e in Palestina "con dolore".

L'appello per gli ostaggi

Parlando della situazione in Terra Santa, Francesco ha invocato la liberazione degli ostaggi. Il riferimento è ai 126 ostaggi nelle mani di Hamas dopo il sabato di sangue della scorsa settimana. Al tempo stesso, il Papa ha chiesto che "si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza, dove è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione". Nei giorni scorsi Francesco ha chiamato per ben quattro volte al telefono il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli che si trova attualmente a Betlemme. Poi il Pontefice ha chiamato anche il suo vicario nella chiesa della Sacra Famiglia che sta ospitando gli sfollati di Gaza, cristiani ma anche musulmani.

"Chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto", ha detto il Papa all'Angelus, lanciando l'allarme sui moltissimi morti che già ci sono stati da una settimana a questa parte. Infine, l'invito ad unirsi alla giornata di preghiera e digiuno prevista per martedì 27 ottobre. "La preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell'odio, del terrorismo, della guerra", ha detto Bergoglio.

Oltre alle parole dell'Angelus, il Pontefice ha detto la sua su quanto sta avvenendo in Terra Santa anche in una conversazione telefonica con l'inviato dell'emittente portoghese Sic, Henrique Cymerman. Al giornalista, di origini israeliane, il Pontefice ha ribadito la sua solidarietà alla popolazione israeliana per gli attacchi di sabato scorso sostenendo che è "come essere tornati indietro di 50 anni" nelle relazioni israelo-palestinesi. "Credo che tra gli argentini morti o feriti nell'attacco ci siano molti miei amici", ha rivelato il Papa, con preoccupazione. Infine, a Cymerman ha detto che intende accogliere in Vaticano i familiari delle vittime e dei rapiti israeliani del 7 ottobre.

Non solo Terra Santa

Nel suo Angelus contro la guerra, Francesco ha chiesto di non dimenticare anche la "martoriata Ucraina". Troppo sangue innocente, ha osservato il Pontefice esclamando un perentorio "basta" perché "le guerre sono sempre una sconfitta, sempre". Preoccupazione anche per quello che sta avvenendo nel Nagorno-Karabakh in merito a cui Francesco ha invocato che sia assicurata la protezione dei monasteri e dei luoghi di culto. Nei giorni scorsi, secondo la rivista Politico, il segretario di Stato Usa Antony Blinken avrebbe detto ad un gruppo di parlamentari di ritenere possibile che l'Azerbaijan invada l'Armenia nelle prossime settimane.

Dal Papa anche un pensiero per l'anniversario degli 80 anni dal rastrellamento nazista del Ghetto di Roma che ricorrerà il 16 ottobre. Francesco ha voluto esprimere la sua vicinanza alla Comunità ebraica di Roma a 24 ore da questa ricorrenza.

Le parole del Papa arrivano a pochi giorni dal convegno all'università Gregoriana dal titolo "I nuovi documenti del Pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane: un dialogo tra storici e teologi” che ha visto l'intervento di ringraziamento a Francesco da parte dell'ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz, reduce da una polemica con il patriarcato latino di Gerusalemme.

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