Razzo contro la base Unifil. L'Iran minaccia gli Usa: "Riceverete danni significativi" | La diretta

Giorno numero nove. Tutto pronto per l'invasione di terra della Striscia, ma resta il nodo dell'evacuazione dei civili. Creata "zona cuscinetto" lungo la frontiera con il Libano. L'Iran mette in guardia da un'offensiva a Gaza. Le ultime notizie

Razzo contro la base Unifil. L'Iran minaccia gli Usa: "Riceverete danni significativi" | La diretta
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La guerra in Medio Oriente raggiunge il suo nono giorno. È scaduto l'ultimatum di Israele ai civili di Gaza, dove si svilupperà una massiccia offensiva terrestre contro Hamas. Il piano è pronto per essere applicato, con oltre 300mila riservisti ammassati al confine con Gaza, ma l'invasione avverrà quando gli abitanti avranno lasciato il territorio. Attualmente gli sfollati diretti a sud sarebbero centinaia di migliaia. Messaggio contraddetto però dall'opposizione di Hamas, che sta imponendo ai residenti di Gaza di rimanere nelle loro abitazioni. Le forze armate israeliane hanno mostrato sui social dei posti di blocco a nord della città, mentre il capo dell'organizzazione palestinese, Ismail Haniyeh, ha espresso in un discorso televisivo il suo "no" categorico a qualsiasi "spostamento dalla Cisgiordania né da Gaza né da Gaza all'Egitto". Le Idf sono riuscite a neutralizzare un altro importante leader di Hamas nella Striscia. Il suo nome è Muataz Eid ed è considerato il capo del team di sicurezza del distretto sud. Dopo la visita di ieri al fronte, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presieduto la prima riunione del gabinetto di governo d'emergenza con il partito di opposizione Unità nazionale. "Hamas pensava che saremmo crollati, saremo noi a spezzarlo", ha detto il leader di Likud. L'Iran risponde attraverso il suo ministro degli Esteri, Hossein Amirabdollahian, minacciando che nel caso di un attacco coordinato a Gaza "nessuno potrebbe garantire il controllo della situazione e la prospettiva di un allargamento del conflitto, che provocherebbe danni significativi agli Usa". Anche Abu Mazen, presidente dell'Autorità palestinese, è tornato a parlare e ha affermato che "le politiche e le azioni di Hamas non ràppresentano il popolo palestinese".

Ecco tutti gli aggiornamenti di oggi, domenica 15 ottobre.

Soldati iraniani schierati a Damasco

Membri del corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica iraniana (pasdaran) sarebbero stati dislocati dalla città siriana di Deir ez-Zor a Damasco, vicino al confine tra la Siria e Israele. Lo rivela il Wall Street Journal, che cita i rapporti di alcune fonti siriane. Secondo una di loro, tra questi combattenti ci sarebbero esperti di missili. "C'è la grande preoccupazione che, se ci fosse una guerra, ci sarebbe una forte necessità di proteggere il regime", ha dichiarato un attivista al Journal.

La Casa Bianca osserva attentamente la situazione e valuta l'ipotesi di un "possibile coinvolgimento diretto" dell'Iran nel conflitto. "Non possiamo escludere che l'Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo. Dobbiamo prepararci per ogni possibile evenienza", ha detto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden.

Missili e attacchi: la situazione in Libano

L'esercito israeliano ha isolato l'area al confine con il Libano. L'accesso ai civili è stato interdetto fino a quattro km dalla frontiera tra i due Paesi dopo un attacco segnalato stamattina. Intanto un secondo missile anti tank è stato lanciato dalle postazioni di Hezbollah.

"Lo Stato del Libano è responsabile degli spari contro il nostro territorio", è il commento del portavoce delle Iidf Daniel Hagari. "Abbiamo risposto in maniera significativa distruggendo postazioni Hezbollah ed il punto di partenza dell'attacco", ha concluso. L'aviazione sta continuando a bombardare in queste ore con gli elicotteri le infrastrutture dei guerriglieri libanesi.

Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant, ha ammesso che il suo Paese non ha nessun interesse ad aprire un nuovo fronte a nord. "Se Hezbollah eviterà il coinvolgimento diretto, lo Stato ebraico rispetterà la situazione lungo il confine così come è oggi", ha affermato l'esponente del governo Netanyahu.

Il numero dei morti in Israele e Palestina

In aumento il bilancio di vittime e feriti in Israele: i primi sono 1.400, mentre i secondi hanno superato quota 3mila. Il ministero della Sanità dell'Autorità Nazionale Palestinese ha riferito invece che il numero dei morti nei raid israeliani dal 7 ottobre a Gaza e in Cisgiordania è salito a 2.384. 10.250 i feriti.

Ucciso un alto comandante di Hamas

L'aviazione israeliana ha condotto un attacco aereo contro centinaia di obiettivi appartenenti ad Hamas e al Jihad islamico a Gaza. Nei raid, afferma l'Israeli Air Force, ha perso la vita l'alto comandante di Hamas Billal al-Kedra, che guidava l'unità di élite "Nukhba", responsabile delle stragi nei kibbutz di Nirim e Nir Oz.

Il Papa: "Miei amici tra le vittime"

Ci sarebbero anche amici e conoscenti di Papa Francesco tra le vittime dell'attacco di Hamas in Israele. A dirlo è lo stesso Pontefice in un'intervista telefonica con il giornalista israeliano Enrique Cymerman. Francesco, durante la telefonata con il reporter pubblicata sui social, ha espresso anche il desiderio di incontrare in Vaticano le famiglie degli ostaggi.

Sgomberata Sderot

È ufficialmente iniziato lo sgombero della città israeliana di Sderot, vicino alla Striscia di Gaza, dove lo scorso 7 ottobre l'esercito si è scontrato con i membri di Hamas infiltratisi per giorni. "Non è questo il momento di restare in città", ha spiegato il sindaco Allon Davidi. Sderot è stata sotto il tiro dei razzi fino a ieri.

Gli Usa muovono navi e aerei nel Mediterraneo

Il Pentagono ha deciso di spostare la nave portaerei Uss Eisenhower nel Mediterraneo orientale, dove si unirà alla Uss Gerald Ford arrivata martedì scorso come deterrente a eventuali attacchi da Libano e Siria. La Cnn scrive inoltre che aerei A-10 saranno schierati con gli F-15 Strike Eagle già dispiegati nei giorni precedenti. "Dotandoci di mezzi avanzati e integrandoci con le forze congiunte e di coalizione, stiamo rafforzando le nostre partnership e la sicurezza nella regione", si legge in una nota firmata dal tenente generale Alexus Grynkewich, comandante della nona Air Force.

Colloqui con l'Egitto per i rifugiati palestinesi

Il settimanale The Economist scrive di colloqui, avanzati dai diplomatici occidentali, in corso a Washington per convincere l'Egitto ad accogliere migliaia e migliaia di rifugiati palestinesi in cambio di generosi prestiti da parte degli Stati Uniti. Il Cairo avrebbe bisogno di aiuti finanziari per ripianare il suo debito estero. Il precedente in cui sperano i funzionari americani sarebbe il sostegno dato nel 1991 da Hosni Mubarak all'amministrazione Bush nella Prima guerra del Golfo.

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken si trova in questo momento in Egitto e da lì partirà domani per Israele. "La reazione israeliana va al di là del diritto all'autodifesa, equivale a una punizione collettiva", ha commentato il presidente egiziano al-Sisi a margine dell'incontro con il capo della diplomazia statunitense "Noi respingiamo totalmente gli attacchi contro i civili", ha aggiunto.

Biden sente Netanyahu: "Garantire acqua e cibo"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sentito telefonicamente il capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu, al quale è stato ribadito il "fermo sostegno" dell'America nella lotta contro Hamas. Durante il colloquio, riferisce la Casa Bianca, è stato discusso il coordinamento Usa con le Nazioni Unite, l'Egitto, la Giordania, Israele e altri nella regione per "garantire ai civili innocenti l'accesso all'acqua, al cibo e alle cure mediche". Nel frattempo il dipartimento di Stato Usa ha aggiornato il numero dei cittadini americani morti, salito a 29. I dispersi sono 16.

126 ostaggi in mano ad Hamas

Gli ostaggi di Hamas sono tenuti nascosti sottoterra e in più località. Lo ha detto il tenente colonnello dell'esercito israeliano Jonathan Conricus in un'intervista alla Cnn. "Sappiamo che Hamas ha un'elaborata rete di tunnel sia per scopi difensivi che offensivi, il che sicuramente aggraverà la complessità dei combattimenti ma siamo preparati per questo", ha spiegato il portavoce delle Idf al network statunitense. Il movimento islamista ha rapito 126 persone nelle prime ore del conflitto.

"Gettiamo le basi per l'invasione di Gaza"

Tomer Bar, comandante dell'aviazione israeliana, ha detto che "stiamo gettando le basi per manovre di terra quanto più efficaci possibili". Che ha poi proseguito: "Stiamo rimuovendo quante più minacce possibili riguardanti la terra e l'aria. Faremo il necessario nel modo più aggressivo in modo tale che, se si deciderà di invadere Gaza, sia consentita la migliore azione terrestre possibile per dare alle nostre truppe libertà operativa".

Un missile colpisce la base italiana in Libano

Anche il quartier generale della missione dell'Onu nel sud del Libano a Naqoura è stata colpita da un missile. In un comunicato, infatti, Unifil ha affermato: "Stiamo lavorando per verificare da dove è stato lanciato. I nostri 'caschi blu' non erano nel sito al momento, fortunatamente nessuno è stato ferito. Ci sono stati impatti su entrambi i versanti della Linea. Continuiamo a impegnarci attivamente con le autorità di entrambe le parti della Linea per una de escalation della situazione ma sfortunatamente malgrado i nostri sforzi l'escalation militare continua. Sollecitiamo tutte le parti coinvolte a cessare il fuoco e consentire a noi, come 'caschi blu' di aiutare a trovare una soluzione. Nessuno vuole vedere altre persone ferite o uccise. Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che attacchi contro i civili o contro il personale Onu sono violazioni del diritto internazionale che possono essere considerati come crimini di guerra". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha però rassicurato che si è trattato "di un missile deviato, che non ha causato alcun danno".

Biden: "Tutti condannino Hamas"

"Questo fine settimana mi sono messo in contatto nuovamente con il primo ministro Netanyahu per ribadire il costante sostegno degli Stati Uniti a Israele e per fornire un aggiornamento sul nostro sostegno

militare e sugli sforzi per proteggere i civili. È ora che tutti i paesi condannino inequivocabilmente Hamas come organizzazione terroristica che non rappresenta le aspirazioni del popolo palestinese", lo scrive Joe Biden su X.

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