Prima messa per Leone XIV in Cappella Sistina: "Gesù ridotto a superman è ateismo di fatto"

Prima messa di pontificato il prossimo 18 maggio per "l'intronazione" di Papa Leone XIV e prima udienza generale il 21 maggio

Prima messa per Leone XIV in Cappella Sistina: "Gesù ridotto a superman è ateismo di fatto"
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Come da tradizione, nel giorno successivo all'elezione, il Papa presiede la sua missa pro ecclesia nella Cappella Sistina con i cardinali che l'hanno eletto e con tutti i cardinali del Collegio cardinalizio. In omaggio al nuovo Papa, i cardinali indossano gli abiti talari e i paramenti bainchi e oro, con alcune particolarità in base alla provenienza, per significare la loro obbedienza e il loro omaggio al nuovo Pontefice. La processione iniziale di Papa Leone XIV è stata accompagnata dal Salmo 47. Al suo ingresso nella Cappella Sistina, Leone XIV ha scelto paramenti diversi rispetto a quelli che indossò Papa Francesco nella stessa occasione.

Il Pontefice non ha le scarpe rosse, che vennero invece scelte da Joseph Ratzinger, ma un paio di normali scarpe nere e la croce pastorale realizzata per Benedetto XVI e usata successivamente anche da Papa Francesco. La prima e la seconda lettura sono state fatte in inglese e non hanno alcun significato simbolico: sono le linge parlate con maggiore diffusione nella Chiesa Cattolica. La terza lettura, tratta dal Vangelo è stata fatta, invece, in italiano. Si tratta del Vangelo di Matteo che narra la scelta del primo Pontefice da parte di Cristo: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa".

La prima omelia di Leone XIV si è concentrata sulla perdita della fede, sull'ateismo di fatto che dilaga nel mondo. "Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto", ha detto il Pontefice. Tutt'oggi, ha aggiunto, "non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere". Questo, ha proseguito, "è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente'. È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell'impegno di un quotidiano cammino di conversione".

La prima parte della sua omelia è stata fatta a braccio, in inglese, rivolgendosi ai cardinali: "Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa". La Chiesa, ha detto nell'omelia, "sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo.

E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa".

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