Papa Leone XIV concede l'indulgenza plenaria. Cos'è e cosa significa

La formula cancella i peccati commessi in passato: così il nuovo pontefice toglie la pena ai fedeli

Papa Leone XIV concede l'indulgenza plenaria. Cos'è e cosa significa
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Il nuovo successore di San Pietro, primo pontefice della Chiesa cattolica, concede il perdono della pena. Subito dopo l’annuncio della sua elezione, Leone XIV ha concesso l’indulgenza plenaria ai fedeli festanti che si sono recati nella piazza Vaticana che porta appunto il nome dell’apostolo. Non solo: indulgenza plenaria è stata concessa anche a tutti coloro che si sono collegati in diretta, a distanza, per assistere all’elezione. Ma di cosa si tratta?

Se n’era già parlato in occasione della benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco, che l’aveva concessa il giorno prima della sua morte, ovvero il giorno di Pasqua. Per capire meglio però bisogna fare un passo indietro a quello che è il secondo sacramento, in ordine di tempo, che ogni cattolico riceve: la confessione.

Durante la confessione, che è tra l’altro un sacramento periodico, a differenza del battesimo o del matrimonio, il fedele rivela i propri peccati e viene perdonato. Tuttavia la confessione, se da un lato estingue la colpa, ovvero il peccato, non estingue la pena, che invece può essere cancellata con l’indulgenza plenaria. E qui torna la figura di san Pietro. I detrattori della Chiesa potrebbero chiedersi: ma questa è legge positiva, dell’uomo, non legge divina? In realtà non è così: Gesù Cristo promise all’apostolo Pietro che ciò che avrebbe ritenuto giusto in Terra, sarebbe stato ritenuto giusto nel Regno dei Cieli. Da qui la validità dell’indulgenza plenaria.

La pena temporale - così viene definita la conseguenza del peccato, anche dopo il perdono della confessione - è stato un argomento molto trattato dalla Chiesa cattolica. Papa Giovanni Paolo II l’aveva definita come “zona d'ombra, dovuta alle ferite del peccato, all'imperfezione dell'amore nel pentimento, all'indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato”, mentre Papa Paolo VI, che era stato un riformatore sull'argomento, aveva spiegato come il fine dell’indulgenza fosse spingere i fedeli “a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all'incremento della fede e al bene comune”.

L’indulgenza plenaria era stata prevista all’interno di questo Giubileo 2025. Secondo le regole della Penitenzieria Apostolica, come riporta il sito della Chiesa romana: “Potranno ricevere l’indulgenza i fedeli ‘veramente pentiti’, ‘mossi da spirito di carità’, ‘che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice’.

L’indulgenza potrà essere applicata ‘in forma di suffragio alle anime del Purgatorio”. Pellegrinaggi, adorazione eucaristica, preghiera sono altri modi previsti per l’ottenimento dell’indulgenza plenaria. Oltre naturalmente a questa grazia concessa direttamente dal pontefice.

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