Quelle voci sul ritorno dell'Opus dei: cosa succede in Vaticano

Papa Leone cerca nuove sintesi nelle nomine dopo gli anni di scontro tra progressisti e conservatori

Quelle voci sul ritorno dell'Opus dei: cosa succede in Vaticano
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Papa Leone XIV alla presa con le nomine in Vaticano. Il pontefice americano non farà un repulisti ma è possibile che tra le alte sfere della Santa Sede venga applicato il più classico dei turn-over. Come si è già intuito in queste prime settimane, non c'è la volontà di rompere con l'impianto delle scelte del pontefice precedente. Ma le figure selezionate sino a questo momento da Papa Prevost possono essere annoverate come "moderate", specie rispetto alla linea progressista del Papa argentino.

Nella Chiesa cattolica, posizioni e incarichi non sono mai stati ingessati. Anche se la tradizione, pure in questo contesto, ha sempre avuto un peso.

Ecco perchè, da qualche settimana, fonti vicine alle sacre stanze del Vaticano raccontano di come l'Opus dei possa presto tornare a gestire la Comunicazione e, nello specifico, la Sala Stampa della Santa Sede. Joaquin Navarro Valls, giornalista e medico spagnolo, ne è stato il direttore sino al 2006. Uomo - come noto - vicinissimo a Papa Giovanni Paolo II, Navarro Valls era un numerario della prelatura personale fondata da Josemaria Escrivà.

E dell'Opus dei faceva parte anche Greg Burke, che ha diretto la Sala Stampa durante i primi anni del pontificato di Papa Francesco. Non fa parte della prelatura personale padre Federico Lombardi, gesuita, che ha diretto la Sala Stampa dopo Navarro Valls. E non è dell'Opus dei neppure l'attuale direttore Matteo Bruni, che è invece un membro della Comunità di Sant'Egidio di Andrea Riccardi e del cardinal Matteo Maria Zuppi.

Durante il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, i rapporti del pontefice con l'Opus dei - secondo l'analisi di più di un osservatore - non sono mai stati idilliaci. In particolare, la lettera apostolica Ad charisma tuendum, che risale all'agosto del 2023, è stata interpretata dai più come un tentativo del Papa di ridimensionare la prelatura personale.

Qualcuno, in virtù della ricollocazione della prelatura del Dicastero per il clero, ha parlato anche di un vero e proprio commissariamento. Mosse che sono state percepite come una sorta di retrocessione canonica, per così dire, da prelatura personale a "associazione pubblica clericale di diritto pontificio". E questo è vero soprattutto secondo il punto di vista dei conservatori.

Subito dopo l'elezione al soglio di Pietro, Papa Prevost ha incontrato monsignor Fernando Ocariz, prelato dell'Opus dei. Con la stessa naturalezza con cui i rapporti tra Bergoglio e la prelatura personale sono stati definiti distanti, in molti hanno visto quell'incontro come l'inizio di un riavvicinamento. In particolare, è stato notato il timing: Prevost ha subito incontrato Ocariz, dimostrando di voler perseguire l'unitarietà che ha citato in più di una circostanza.

Anche per questo motivo, una delle mosse più sussurrate riguarda la possibilità che l'Opus dei torni a occuparsi di comunicazione in Vaticano. Sarebbe un atto ecclesiale dal grande potere simbolico.

Non c'è però soltanto la Sala Stampa. Nella comunicazione, un ruolo centrale è svolto anche dal Dicastero per la Comunicazione, che l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha affidato a una squadra di laici. Papa Leone XIV ha già dimostrato di non avere nulla in contrario a nomine laicali.

Ma monta la curiosità attorno al futuro d'incarichi così nevralgici per la diffusione del messaggio cattolico, specie in un'epoca così trasformativa come quella contemporanea.

La tensione tra progressisti e conservatori che ha interessato quasi l'intera durata del pontificato di Francesco potrebbe essere sciolta con la ricerca di nuove sintesi.

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