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"Teoria pericolosa": Vaticano anti-gender. Ma il vescovo va all'evento Lgbt

Nel nuovo documento vaticano la ferma condanna alla teoria gender e alla maternità surrogata, per la quale si auspica un divieto universale. Intanto il vescovo di Rimini presenzia a un evento Lgbt

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La teoria gender è "pericolosissima" perché "cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali". Il Vaticano non cambia idea e ribadisce la propria posizione in un nuovo documento emesso dal Dicastero per la Dottrina della Fede con l'approvazione di Papa Francesco. La pubblicazione, frutto di cinque anni di lavoro, racchiude alcuni temi fondamentali del pontificato di Bergoglio: la guerra alla povertà, la lotta alla violenza sui migranti e a quella sulle donne, ma anche il no all'aborto, alla maternità surrogata e all'eutanasia. E la condanna alla teoria di genere, espressa peraltro dallo stesso Pontefice in più occasioni.

La Chiesa - si legge nel documento - "desidera, innanzitutto, ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare 'ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza". Ma, nello stesso tempo, la Santa Sede ha evidenziato le "decise criticità presenti nella teoria del gender". Nel testo - intitolato Dignitas infinita - viene ricordato che Papa Francesco avesse più volte messo in guardia i fedeli sulla pericolosità dell'ideologia gender, da lui criticata per il fatto che cancelli le differenze tra uomo e donna. E questo - aveva scandito - significa "cancellare l'umanità".

Resta inoltre negativo il giudizio del Vaticano sul cambio di sesso, che - spiega il recente documento - "di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento" anche se "questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l'intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso".

Condannata senza mezze misure anche la maternità surrogata, pratica che viola "la dignità della donna stessa che a essa è costretta o decide liberamente di assoggettarvisi". Con questa procedura, scrive il Dicastero per la Dottrina della Fede, la donna "si distacca del figlio che cresce in lei e diventa un semplice mezzo asservito al guadagno o al desiderio arbitrario di altri. Questo contrasta in ogni modo con la dignità fondamentale di ogni essere umano e il suo diritto di venire sempre riconosciuto per se stesso e mai come strumento per altro". Con la surrogata - sentenzia la Santa Sede - "il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto". Al riguardo viene inoltre incoraggiato l'impegno della Comunità internazionale, condiviso peraltro dal governo guidato da Giorgia Meloni, per "proibire a livello universale tale pratica".

E mentre dal Vaticano arriva la netta bocciatura alla teoria gender, fa discutere la recente partecipazione del vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, a un evento organizzato dal gruppo Trans & Non-binary di Arcigay in occasione della Giornata della visibilità transgender. Il monsignore ha presenziato alla manifestazione con convinzione: "È bello essere qui, mi sembra anche doveroso perché Dio è veramente padre di tutti. Anche il Santo Padre ce lo ricorda, ma anche Gesù... Credo che la Chiesa non esclude nessuno".

Se da una parte è comprensibile e giusta la vicinanza umana del presule alle singole persone, dall'altra lascia perplessi la sua presenza a una manifestazione nella quale si presume che la teoria gender - fermamente condannata dal Papa e dal nuovo documento vaticano - non venga considerata così pericolosa per l'umanità.

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