Velavevodetto, il bis è servito: nuova apertura a Porta Venezia

Il nuovo Velavevodetto si affaccia su una piazza luminosa e riservata, a due passi da corso Buenos Aires

Velavevodetto, il bis è servito: nuova apertura a Porta Venezia
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La cucina romana conosce da una decina di anni una fortuna senza flessioni presso i milanesi, che hanno ormai fatto della cacio e pepe un figlio gastronomico adottivo. Un fenomeno incoraggiato dalla indubbia immediatezza di una cucina salace e generosa, fatta di porzioni abbondanti, di sapori comprensibili e di solito di una certa contagiosa umanità. Tra i locali che meglio rappresentano le tradizioni gastronomiche romane c'è il Velavevodetto, spin off di un locale di una certa fama nella capitale, dove ha due sedi, una quella storica, aperta nel 2008 dall'oste Flavio De Maio - a Testaccio e l'altra in Prati. Il successo dell'insegna spinse De Maio a sbarcare a Milano, a due passi dal Duomo, in via Festa del Perdono, con un locale che venne accolto con benevolenza dai milanesi. Quindi il bis con l'apertura nella vivacissima zona di Porta Venezia, in via Fra Paolo Bellintani al numero 1. L'apertura al pubblico è avvenuta sabato scorso.

Il nuovo Velavevodetto si affaccia su una piazza luminosa e riservata, a due passi da corso Buenos Aires e ha una capienza di 90/100 coperti interni e 40 esterni. Il locale, pur in una veste elegante adeguata allo standard milanese, mantiene tutti gli elementi tipici del Velavevodetto e una cucina generosa con un'accoglienza informale.

Nel menu antipasti come Supplì cacio e pepe, Polpette di bollito e Baccalà fritto in pastella, primi classici (il quadrumvirato romano: Cacio e pepe, Amatriciana, Gricia e Carbonara ma anche il Tonnarello al sugo di involtino.

Tra i secondi Coda alla vaccinara, Abbacchio al forno, Punta di petto alla fornara, Contorni tipici e dolci affidabili: Tiramisù, Crostata alle visciole, Fondente al cioccolato. Carta dei vini solida, senza troppe avventure.

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