Il romanzo, per stessa ammissione dell’autore, non ha nulla di politico, o comunque molto poco. Stiamo parlando di Noi, opera ultima di Walter Veltroni, scrittore per destino e capo-partito, quando è capitato, per abnegazione. Ma la candidatura allo «Strega» da parte della sua casa editrice con un anticipo perlomeno sospetto (nove mesi!), è più che politica. È machiavellica. Il libro dell’ex segretario del Partito democratico - almeno stando a quanto si dice nei transatlantici dell’editoria - è stato scelto dalla Rizzoli come «cavallo» su cui puntare per l’edizione 2010 del nostro Nobel letterario proprio perché quest’anno l’editore di Veltroni è in pole position per la vittoria. Si può fare. La serata di gala al Ninfeo di Villa Giulia, peraltro, è qui dietro l’angolo. A luglio.
Comunque, il mega-gruppo Rizzoli non ha tempo da perdere e ha preferito scegliere il proprio candidato col giusto (!) anticipo, senza preoccuparsi più di tanto del fatto che al premio possono partecipare «libri pubblicati tra il 1º maggio dell’anno precedente (cioè questo) e il 30 aprile di quello in corso (cioè il prossimo)». Significa che indipendentemente da tutto ciò che da qui alla prossima primavera uscirà sotto il marchio RCS-libri (cioè Rizzoli, Bompiani, Fabbri, Bur, Sonzogno, Sansoni, La Nuova Italia, Marsilio, Archinto, il 48% di Adelphi e il 48% di Skira, più o meno) il libro da portare allo «Strega» sarà quello di Walter Veltroni. Anche questo Si può fare.
Ora, è vero che i nomi dei candidati si fanno proprio per bruciarli; è vero che manca così tanto tempo che quando Noi arriverà al Ninfeo non ci sarà più il Partito democratico; è vero che da qui alla finale ci saranno così tante indiscrezioni, fughe di notizie, polemiche che questo boatos non si ricorderà più. Ma rimane il fatto - citando una battuta di un film molto amato dal cinefilo Veltroni - che tutta la faccenda, come il napalm, ha il profumo della vittoria. Pianificata a tavolino. Dopo tre successi consecutivi del gruppo Mondadori-Einaudi (nel 2007 Niccolò Ammaniti con Come Dio comanda, nel 2008 Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi, quest’anno Tiziano Scarpa con Stabat Mater), l’anno prossimo - per la logica dell’alternanza che peraltro è saltata da un pezzo - tocca proprio a Rizzoli. Tanto più che: 1) il romanzo di Veltroni è uno dei più venduti del gruppo RCS-libri, e quello che vende purtroppo è anche bello; 2) è un libro bipartisan, politicamente corretto e piace a molti, persino ai simpatici colleghi del Secolo d’Italia (che lo hanno lodato, in nome di quella strategia della provocazione secondo la quale più dici cose di sinistra su un giornale di destra, più sei ripreso dal Corriere della Sera...
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