Veltroni: "No a larghe intese. Chi vince governa"

Il leader del Pd ribadisce che "chi ha anche un solo voto in più governa". Poi smentisce l'ipotesi di dimissioni se il suo partito non raggiungerà il 35%. Di Pietro ministro? "Non lo so, vedremo...". Il Pci? "Non era ideologico. Mi sono iscritto perché avevo fame di giustizia"

Veltroni: "No a larghe intese. Chi vince governa"

Milano - "No alle larghe intese". Lo ribadisce il candidato premier del Pd, Walter Veltroni, durante una chat su Corriere.it. Per Veltroni "il pareggio è impossibile" e "chi ha anche un solo voto in più governa". "Non è vero" che Walter Veltroni si dimetterà se il Pd non raggiungerà alle prossime elezioni il 35%. Lo ha chiarito lo stesso leader del Pd: "Noi abbiamo fatto una campagna elettorale, io non ho mai visto tanta gente come in questa campagna elettorale. Abbiamo fatto la più grande forza riformista. Io ho fiducia nella possibilità che questa novità piaccia agli italiani e possa essere al governo in una fase di innovazione", ha aggiunto Veltroni.

Di Pietro ministro? Non so Antonio Di Pietro sarà ministro in caso di vittoria del Pd? "Non lo so, vedremo... non ho fatto nomi, solo quello di una donna che mi piacerebbe avere, Annamaria Artoni".

Il Pci? Non era ideologico Il Pci "non era un partito ideologico, tanto è vero che erano iscritte personalità come Italo Calvino o Alberto Moravia, che non erano comunisti". "So che spesso è stato difficile far capire - ha detto Veltroni - cosa intendessi dire quando dicevo che, pur iscritto alla Fgci, non ero comunista, cosa invece in quegli anni del tutto comprensibile. Il Pci allora - ha proseguito il leader del Pd - era un partito nel quale c’erano da Italo Calvino a Pierpaolo Pasolini ad Alberto Moravia; tutte persone che ideologicamente non erano comuniste. Ma era li che tante persone animate dai desideri di giustizia sociale, o che come me erano affascinate dalla personalità di Berlinguer (e a me piaceva il Berlinguer che ruppe con l’Unione Sovietica), per queste ragioni ci si ritrovò in quella casa. Poi il destino è stato per tutti diverso - ha detto ancora Veltroni - ed io penso che sia un fatto di grande importanza poter dire che oggi viviamo in un sistema democratico, in un tempo in cui tutte e due le dittature che hanno fatto male al ’900, il fascismo e il comunismo, non ci sono più".

Grillo non mi piace Beppe Grillo "non mi piace.

C’è un fondo di doppiezza. Non mi entusiasma culturalmente, non mi piace l’ispirazione", ha aggiunto il leader del Pd ammettendo comunque che "tra quelle persone c’è una spinta giusta per una politica meno intrusiva, invasiva e doppia". 

 

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