Veneto jazz celebra Miles Davis

Franco Fayenz

da Milano

Il 25 maggio scorso Miles Davis avrebbe compiuto ottant’anni. Quindici anni fa, il 24 luglio 1991, due mesi prima di morire, il sommo trombettista (e compositore, direttore, perfino pittore) tenne a Castelfranco Veneto il suo ultimo concerto italiano. Lo ricorda adesso il festival Veneto Jazz - di gran lunga uno dei migliori d’Europa, sebbene molti non se ne siano accorti - che organizzò quel concerto e che giustamente celebra le due ricorrenze con iniziative molto speciali. Il solo elenco può bastare a dare un’idea dello spessore del progetto, nel quale sono coinvolti illustri musicisti americani che in circostanze e in tempi diversi collaborarono con Davis.
Il primo appuntamento sarà affidato alla Chamber Orchestra di Chick Corea (Verona, Teatro Romano, 3 luglio) che approfitta del suo duplice talento di pianista jazz e classico per onorare l’anno mozartiano in corso con il Concerto per pianoforte e orchestra di Mozart KV491, preceduto e seguito da brani jazz. Il 13 luglio, a Bassano del Grappa, il batterista Jimmy Cobb in quartetto ricorda la sua partecipazione al famoso lp davisiano (ora cd) Kind of Blue del 1959, e il giorno seguente prende parte al concerto «Tributo a Miles Davis» della Faculty New School University of New York. Sempre a Bassano, il 15 luglio si tiene un simposio su Davis con critici e studiosi di jazz. Fra questi è d’obbligo citare l’americano Ira Gitler e l’italiano Enrico Merlin, dedicatosi da anni allo studio di Davis. In serata è previsto al Palabassano un concerto del quartetto di Herbie Hancock. Il 16 luglio a Castelfranco Veneto, pochi chilometri più a valle, suona in quartetto il sassofonista Kenny Garrett.
L’evento più importante avverrà però il 19 luglio al Teatro La Fenice di Venezia dove si esibisce in solo Keith Jarrett. Anche questo concerto ha una motivazione precisa. Jarrett fu con Davis 35 anni fa, al pianoforte e al piano elettrico, in occasione dei due primi concerti veneti del trombettista che si svolsero appunto alla Fenice, pomeriggio e sera, il 14 novembre 1971. Al concerto pomeridiano Davis fu costretto ad arrivare con grave ritardo e venne accolto dal pubblico in modo tutt’altro che benevolo: per la storia, piovvero dal loggione sul palcoscenico una serie di interminabili rotoli di carta igienica. Soltanto la bontà della musica e la puntualità del successivo concerto serale misero tutti d’accordo.


Nelle sale della Fenice, dal 10 giugno al 31 luglio, si potranno ammirare dipinti, disegni e video di Davis a cura di Chiara Bertola, cui si aggiungerà dal 24 al 31 luglio la mostra audiovisiva «I suoni di Davis» allestita da Enrico Merlin, per sottolineare il filo rosso fra il Davis musicista e il Davis pittore.

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