Dalla Laguna al Lago il passo è breve, anzi brevissimo. Rilancia Davide Nido, artista milanese tra i selezionati alla Biennale veneziana e uno dei più interessanti della sua generazione. A Como, negli spazi della galleria di Roberta Lietti, Nido sviluppa ulteriormente la ricerca optical che lo ha messo in evidenza in questi anni nel panorama dellarte contemporanea italiana e lo ha visto emergere in numerose mostre nazionali, fino ad approdare alla kermesse della laguna.
Caso anomalo, il suo, allinterno di una generazione di quarantenni dediti prevalentemente alla figurazione ma che, nel suo caso, ha visto prevalere una cifra stilistica originale e autonoma basata sulluso della materia sintetica (le colle a caldo) e un alfabeto cromatico che gioca su un ironico binario decorativo. Il suo lavoro si basa essenzialmente sullutilizzo di colle siliconiche stese su una tela che diviene al tempo stesso supporto ed espositore di una trama materica, in bilico fra stesura pittorica e installazione oggettuale.
Da Lietti, lartista milanese compie un nuovo passo nel rapporto dimensionale con lo spazio, allinterno di un percorso installativo intitolato «Onda frattale». La mostra, a cura di Marco Meneguzzo, consta di un ciclo di 12 opere di uguale formato disposte lungo la lunga parete della galleria che creano un unicum visivo basato su cromatismi psichedelici. Leffetto è suggestivo e dà vita a un illusorio dinamismo che scaturisce dallaccostamento del pountillisme tipico delle sue opere. Londa pop pervade gli spazi della galleria ed enfatizza, senza interruzione da una tela allaltra, il primato del colore.
A questi lavori si aggiungono, nella saletta laterale della galleria di via Diaz, un grande dittico (cm 200 x 300) monocromo bianco ed unaltra tela monocroma rossa, sempre di grandi dimensioni, in cui la materia plastica ripete ed enfatizza il colore del supporto.
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