da Milano
Un Capodanno da brivido. Tra botti e atti di vandalismo, lItalia racconta una notte di pura follia. Il bilancio è pesante: un morto, 28 feriti gravi e 555 lievi. Il numero di feriti gravi è inferiore al 2005 (33). Il ministero degli Interni registra un incremento dei feriti con prognosi inferiore ai 40 giorni: 555 contro i 517 del 2005. Quest'anno c'è stata una vittima, fatto che non si registrava più da alcuni anni. A perdere la vita è stato un 22enne di Reggio Calabria, ucciso dal petardo che stava preparando. Poi ci sono danni e devastazioni. Il Capodanno 2006 racconta una notte di follia a Venezia: a sette turisti, tra americani e italiani, è stata comminata una sanzione amministrativa per aver violato la disposizione comunale di Venezia che vietava l'uso di mortaretti in Piazza San Marco. La notte di San Silvestro è trascorsa senza incidenti anche per la consistente presenza di forze dell'ordine, ma ieri mattina piazza San Marco sembrava un campo di battaglia: un tappeto di bottiglie rotte, carte, residui di petardi. «Chi ha visto il servizio giornalistico di un telegiornale o ha potuto vedere alcune delle fotografie scattate a Piazza San marco si è reso conto che qualcosa di assai deplorevole è accaduto durante e dopo la notte di San Silvestro a Venezia». È il giudizio espresso dal presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, secondo il quale «ancora una volta è stata portata da gruppi di vandali scatenati una grande offesa a Venezia, in particolare a Piazza San Marco».
«Scene di ordinaria e gratuita violenza, da quello che si sa verificatesi solo a Venezia - ha proseguito Galan -, sono avvenute davanti alla Basilica di San Marco, ma soprattutto nei pressi delle Procuratie. A pochi giorni soltanto dalla fine dei lavori di restauro dei marmi della magnifica parete, di quella parte della Basilica che dà sulla piazzetta, si è corso il rischio di vedere danneggiati o lordati quei marmi, per il cui restauro la Regione del Veneto ha contribuito non poco dal punto di vista finanziario». Il Governatore ha poi precisato di non credere che ci sia «responsabilità diretta dell'amministrazione comunale veneziana in quanto accaduto, anche se il minimizzare episodi gravi di vandalismo e di oscena stupidità non aiuta di certo la maturazione di una coscienza collettiva rispettosa dell'arte e della storia di Venezia. Trovo invece assai discutibile - ha concluso Galan - il silenzio istituzionale e in parte anche mediatico calato su di un episodio che le forze dell'ordine avrebbero ben diversamente dovuto affrontare.
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