Politica

Venezuela, la turista italiana morta per uno scambio di persona

La vittima doveva essere il proprietario della pensione dove la coppia alloggiava. L’uomo era già stato aggredito in passato

da Milano

Uno scambio di persona. È questa la tesi più seguita per spiegare la morte di Elena Vecoli, la 34enne soffocata martedì notte a Los Roques, l’arcipelago di isole a 40 minuti di volo da Caracas, in Venezuela, scelto dalla donna per la sua luna di miele. Gli aggressori che hanno ucciso la Vecoli e ferito il marito Riccardo Prescendi alla posada Lagunita, una sorta di pensioncina con sette stanze a due passi dal porticciolo, erano convinti di avere di fronte Andrea Piccinni, il titolare della Lagunita. Gli indizi raccolti sembrano convergenti: la coppia in viaggio di nozze dormiva nella stanza del proprietario, nessun bene è stato sottratto, la cassaforte non è stata toccata. Non solo. Secondo quanto raccolto dalla squadra di 12 esperti della Policìa Tecnica Judicial, una sorta di Fbi venezuelana, sembra che Piccinni dovesse rientrare dall’Italia proprio martedì e quindi dormire nella sua stanza. Se non fosse che all’ultimo ha rinviato il viaggio di rientro in Venezuela. Posto lo scambio di persona, gli inquirenti stanno anche valutando se l’omicidio è collegabile a quanto accaduto lo scorso inverno a Caracas quando Piccinni venne aggredito a Caracas e portato in fin di vita in ospedale. Quella volta a Los Roques i più collegarono l’accaduto all’ultimo amore dell’albergatore. Infatti, terminata la relazione del titolare della Lagunita con la socia Claudia Rosati, rientrata in Italia, Piccinni iniziò a frequentare un’avvenente ragazza di Caracas. Insomma, una pista passionale ancora da approfondire. L’altra ipotesi è che lo scambio di persona non riguardi il proprietario della posada, ma qualcun altro. L’assassino cioè avrebbe sbagliato o stanza o pensione. Una tesi accreditata dal fatto che, giunto circa sei anni fa a Los Roques con il padre e il fratello, Piccinni non ha mai avuto problemi con la giustizia locale.
Del resto Los Roques è un autentico paradiso per la vita di mare con Granroque come unica isola abitata. Le strade di sabbia battuta, casette pitturate di blu, rosso, arancio, una grande scuola elementare nel centro del paese con la campanella che suona alle 7.30 di ogni mattina e un esercito di bambini in lustra uniforme bianca o blu che invadono le strade. E poi una sessantina di posade, molte gestite da nostri connazionali e che ospitano turisti, in prevalenza italiani. Ogni mattina gli ospiti con barchini a elica raggiungono le centinaia di lingue di sabbia bianca delle isole vicine. Si trovano atolli deserti, istmi, piramidi di conchiglie, ristoranti dove si mangia l’aragosta alla catalana a 8 euro al chilo.
gianluigi.

nuzzi@ilgiornale.it

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