Lestate rock al servizio, per una volta, dellimpegno sociale e dellidealità? Pare di sì. Confortanti auspici vengono dalle attese esibizioni italiane degli U2, di Bruce Springsteen, dei R.E.M., per dirci che sì, sarà unestate, quella canora, dedicata in buona parte alle nobili cause, e non solo allevasione vacanziera e al business che pure reclamerà i suoi pressanti diritti, in un mercato musicale attraversato da crisi crescente. Ma soprattutto cè questo Live 8, che Bob Geldof ha inventato sulla falsariga del non dimenticato Live Aid: era il 1985, la crema del rock si diede convegno per aiutare lAfrica affamata e la televisione uscì, una volta tanto, dallangustia dei suoi confini culturali.
Ma Live 8 non è solo un festival di buoni sentimenti, e una sonora lezione impartita dai divi del pop allaccidia di molti governi. È una festa planetaria della musica, e come tale resterà nella storia della nostra cultura anche quando, auspichiamolo, i problemi sociali che essa affronta saranno risolti. Non solo: linserimento di Roma tra le città che ospiteranno levento significa un inatteso riconoscimento allItalia, per una volta cooptata tra le capitali del rock internazionale, quasi a colmare una lacuna lamentata nell85, in occasione del Live Aid.
Sarà un momento storico, in cui il livello artistico equivarrà alla nobiltà delle intenzioni? Con i nomi che vengono annunciati, pare proprio di sì. Non capita tutti i giorni di vedere, uniti su una comune ribalta catodica, gli U2 e Madonna, Stevie Wonder e i Coldplay, i R.E.M.
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