Ventesima aggressione in ascensore

Ventesima aggressione in ascensore

Sembrava che le indagini fossero vicine a una svolta. E invece lui ha beffato tutti ancora una volta. Il maniaco dell’ascensore ha colpito per la ventesima volta ieri a Genova, sfidando di nuovo polizia e carabinieri che gli danno la caccia ormai da oltre un anno.
Poco dopo le 17 ha aggredito un’adolescente di 13 anni in un palazzo di via Barabino, ironia della sorte non distante dalla questura. Il modus operandi è stato identico a quello delle precedenti aggressioni. Ha seguito la sua vittima, si è infilato dietro di lei nel portone e quindi nell’ascensore. Ma le urla dell'’adolescente lo hanno messo in fuga prima che potesse portare a termine la sua violenza. Su quest’ultimo episodio indagano i carabinieri del reparto operativo provinciale. Anche la descrizione del maniaco è simile a quella delle volte precedenti, per cui gli investigatori hanno pochi dubbi che si tratti della medesima persona. Il maniaco ha deciso questa volta di sfidare sempre più da vicino la Polizia: infatti il luogo scelto dista meno di 500 metri dalla Questura e nella zona circolavano alcune auto di pattuglia. La squadra mobile aveva diffuso la scorsa settimana un vademecum tra le studentesse con consigli su come difendersi. «Guardati attorno», «memorizza», «comunica con la polizia».
Nella maggior parte delle aggressioni l’uomo ha atteso che la vittima designata fosse sola, si è infilato nel portone del palazzo, ben attento a non essere visto, e all’ultimo momento è entrato con l'adolescente presa di mira nella cabina dell'ascensore che ha bloccato durante la salita. Nell’arco di pochi secondi le ha costrette a soddisfare la sua perversione.

Talvolta si è limitato a palpeggiarle, in altri casi, specialmente quando le ragazzine sono apparse più indifese, si è spinto oltre, fino a pretendere (è accaduto due volte) un rapporto orale. Perché - come si sottolinea nel vademecum - «il maniaco è un codardo»: è più spietato con chi ha meno capacità di reazione.

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