Ventiquattr’ore con le Frecce Tricolori

Altro che gita scolastica. Per 19 studenti dell'Istituto Maxwell di Milano e dell'Isis «Città di Luino - Carlo Volontè» di Varese, quella di giovedì è stata una giornata da ricordare. Con alcuni insegnanti e presidi, i ragazzi hanno varcato i cancelli della base del 313 Gruppo dell'Aeronautica Militare a Rivolto, le leggendarie Frecce Tricolori, e hanno passato 24 ore gomito a gomito con i piloti. Un'occasione unica che è stata offerta loro come premio per essersi classificati primi (con tre lavori ex aequo), nel concorso «Un volo di classe», organizzato dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e dall'Aeronautica Militare. Praticamente un sogno per dei giovani che coltivano la passione per il volo e la tecnologia aeronautica anche sui banchi di scuola. E lo si capisce già sul pullman che li porta a Rivolto: invece di intonare cori da stadio e fare a gara per aggiudicarsi i sedili dell'ultima fila come qualsiasi adolescente in gita, i ragazzi del Maxwell e i loro colleghi di Varese misuravano la legge della portanza (cioè quella che sta alla base del volo) imitando il profilo di un'ala con le mani fuori dal finestrino. Dopo la loro prima notte in una caserma, i ragazzi sono stati ricevuti dal comandante del 2° Stormo, colonnello Alfonso Dalle Nogare, che ha fatto gli onori di casa e ha spiegato il programma della giornata. Poi finalmente tutti a bordo pista con l'emozione che sale alle stelle man mano che le Frecce scaldano i motori. Col naso all'insù e l'adrenalina a mille, i ragazzi hanno assistito a una «normale» esercitazione della pattuglia acrobatica in cui vengono ripetute tutte le figure delle esibizioni ufficiali. Ma, diversamente dal pubblico di una manifestazione aerea, erano a venti metri dalla pista e avevano il capitano Andrea Saia, speaker delle Frecce, a loro disposizione per le loro curiosità.


Secondo il generale Enrico Camerotto, vice comandante della 2ª Regione Aerea e presidente della commissione che ha valutato i lavori degli studenti, il concorso è sicuramente da ripetere «per avvicinare sempre più giovani al mondo dell'aviazione e non solo quella militare» e a giudicare dal successo della prima edizione, l'anno prossimo i partecipanti saranno ancora di più.

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