A un'ora da Milano sta per nascere un nuovo polo museale, con vista lago, dedicato alle arti contemporanee. Siamo in Svizzera, a Lugano, dove i progetti si portano avanti con pochi annunci e molti fatti: l'8 maggio, grazie a un cospicuo investimento da parte della municipalità locale (169 milioni di franchi) e l'interessamento di diversi soggetti privati, sarà posata la prima pietra di Lac, Lugano Arti Contemporanee, un polo culturale per la musica, il teatro, le arti visive e le associazioni. Il conto alla rovescia è cominciato e nel 2013 nel Canton Ticino sorgerà il nuovo centro culturale. In occasione dell'inizio del cantiere, nell'area sul lungolago dove prima sorgeva l'Hotel Palace, Lugano si vestirà a festa con una giornata densa di eventi tra musica di strada, spettacoli e performance aperte al pubblico (sabato 8 maggio, dalle 20).
Lidia Carrion, doppia cittadinanza (italiana e svizzera) e volitivo direttore generale del progetto, spiega qual è il modello cui si è ispirata: «Penso al Cern di Ginevra: il grande anello su cui viaggiano le particelle genera dati che sono letti e interpretati da diversi laboratori che vi gravitano attorno». Fuor di metafora: un museo diffuso, capace di generare indotto sulla città grazie al turismo culturale, e con una programmazione adatta a pubblici diversi ma coordinata da un'unica regia. Il «modello svizzero» nasce dalla constatazione che fino ad oggi le sedi museali locali erano nelle eleganti ville prospicienti il lago come la Malpensata, Villa Ciani, Casa Cattaneo. Mancava un polo culturale unico, pronto ad accogliere anche nelle dimensioni le sfide espositive delle arti contemporanee. Il progetto dell'architetto ticinese Ivano Gianola prevede un ampio teatro, una sala concerti e - fiore all'occhiello - il Lac, museo d'arte che raccoglie l'eredità e le collezioni dell'attuale Museo d'Arte e del Museo Civico. Ne parliamo con Bruno Corà, attuale direttore del Museo d'Arte: natali romani e un passato tra l'Università di Perugia, la direzione del Museo Pecci di Prato e del Centro d'arte moderna di La Spezia, Corà è stato chiamato un paio d'anni fa a Lugano per traghettare il principale museo cittadino verso questa importante trasformazione. «Nel progetto è previsto uno spazio museale di 3mila metri quadrati suddivisi in tre piani - spiega -: il primo piano per le collezioni della città, gli altri per le mostre temporanee». Già al lavoro per acquisire nuove collezioni, Corà anticipa che le linee guida del Lac saranno la trasversalità delle arti e la contaminazione: «Si ispirerà allo spirito del tempo: sarà glocal», afferma.
Del resto, nell'ultimo biennio il programma delle mostre ticinesi ha messo d'accordo pubblico e critica: «La perfezione della forma», dedicata al rapporto tra il fotografo Robert Mapplethorpe e il Rinascimento (al Museo d'Arte fino al 13 giugno), ha registrato in meno di un mese 5.200 visitatori e negli anni passati in molti (milanesi compresi) hanno apprezzato mostre ticinesi quali la monografica su Yves Klein, l'originale collettiva sugli automi e i robot nell'arte o quella sul ritratto nelle Avanguardie.
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