Cultura e Spettacoli

Ventura: anche senza stadi solleveremo un bel polverone

Da domani torna lo show su Raidue senza collegamenti con i campi e radiocronache

Laura Rio

da Milano

Non si può collegare con gli stadi. Non può far sentire le radiocronache. Tanto meno può mostrare una minima immagine di quello che succede in campo. Allora che farà Simona Ventura domani quando su Raidue tornerà con il suo Quelli che il calcio rimasto, appunto, senza calcio? Lavorerà di fantasia, parlando con tutto il mondo dei tifosi (anche all’estero) che resta fuori dagli stadi dove si disputano le partite pomeridiane. Un esempio: il collegamento con Luciano Moggi, direttore generale della Juve, allo stadio Delle Alpi: tanto il match si disputa alla sera. E poi come si riempiranno quelle tre ore e mezzo di trasmissione (dalle 13,45 alle 17) rimaste praticamente senza un perché dopo la perdita dei diritti televisivi della serie A vinti da Mediaset? Con tanti ospiti, sketch, imitazioni, simulazioni e concorsi tipo «trovare un nuovo marito a Sabrina Ferilli». E, soprattutto, cercando di forzare la mano, di sollevare polveroni, di creare polemiche. «È una sfida impossibile, ci sentiamo come Robin Hood, ma le difficoltà ci eccitano. Per noi si tratta di un anno zero, dopo quattro anni dobbiamo reinventare tutto da capo. Ma ne vedrete delle belle - assicura la Ventura -. Cercheremo di forzare i limiti che ci sono stati imposti, faremo un po’ come ci pare». E soprattutto «non smetteremo di parlare di calcio, anzi mai come quest’anno parleremo delle partite». La showgirl assicura che i gol verranno comunicati in diretta. Magari facendoli dire da un noto personaggio o da qualche improvvisata «veggente».
E le polemiche non si sono fatte attendere. La Lega Calcio ha subito diffidato la Rai dal «tenere comportamenti diversi da quelli consentiti dai contratti in corso».
Simona non perde la sua verve. «In fin dei conti - ironizza - avremo più partite su cui discutere. Possiamo ringraziare Mediaset: perché, guarda caso, quest’anno ci sarà un maggior numero di grandi squadre a giocare la domenica pomeriggio». Certo la sfida per Quelli che è dura. Dall’altra parte, su Canale 5, ci sarà da metà settembre una Buona domenica rafforzata dallo show di Bonolis sulla Serie A.
Comunque la squadra è pronta: al fianco di Simona ci saranno ancora Gene Gnocchi, Max Giusti (che conferma la parodia del finanziere Stefano Ricucci), Massimo Caputi (che si assenterà durante L’Isola dei famosi di cui sarà l’inviato a Santo Domingo), Gigi Maifredi con il suo Maifredi Team e la new entry Lucia Ocone. L’attrice comica, ex squadra della Gialappa’s, si eserciterà in una parodia di Eva Henger, nelle due versioni pornostar e nuova diva dei bambini fan di Paperissima. Dopo un anno di assenza, tornano anche i Mufloni, la squadra di ragazzi. Tra gli ospiti di domani il mister dello Stoccarda Giovanni Trapattoni, il dimissionario da presidente del Genoa Enrico Preziosi, l'avvocato Antonietta Sonnessa, difensore dell'etiope implicato nell'attentato di Londra, l’imprenditore Matteo Cambi e la coppia Manuela Arcuri-Aldo Montano. Mina canterà Fever per la sigla iniziale. Per ora non ci sarà il prolungamento chiesto dai vertici Rai dalle 17 alle 18. «Prima vediamo come va - dice Simona - poi decideremo: arrivare a quattro ore e mezzo di trasmissione non è uno scherzo». Gene Gnocchi riesce ancora a scherzare: «Il cambio merce con Mediaset ha funzionato: noi gli abbiamo dato tutto il calcio, loro ci hanno regalato i cagnolini della Bonaccorti, i concorrenti dismessi di Genius di Mike Bongiorno e la Pierobon».
La Ventura, nonostante tutte le vicissitudini dello scorso anno (dal divorzio con Bettarini al flop delle Tre Scimmiette) si dice serena: «Più mi attaccano, più divento forte. Volevano distruggermi nella vita privata per fermare la mia carriera, ma sono ancora qui a combattere». Il suo ex marito farà pure lui un reality (La talpa)... «Nessun problema, gli auguro tanta fortuna, in tanti anni accanto a me magari avrà imparato a fare Tv.

Del resto era rimasto senza squadra, sono contenta che abbia una seconda possibilità».

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